Varie, 21 febbraio 2006
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DEMURO Mirco Marino (Roma) 11 gennaio 1979. Fantino. Ha iniziato nel 1994. Ha vinto: Jockey Club 1999 (Sumati), Presidente 2000 (Timboroa) e Derby 2002 (Rakti)
DEMURO Mirco Marino (Roma) 11 gennaio 1979. Fantino. Ha iniziato nel 1994. Ha vinto: Jockey Club 1999 (Sumati), Presidente 2000 (Timboroa) e Derby 2002 (Rakti). In Giappone: 2000 Ghinee e Derby 2003 con Neo Universe. In Francia (Deauville) l’Astartè 2004 con Marbye; il titolo dei jocky italiani nel 1997, ”98, ”99 e 2000 • «[...] il golden boy del galoppo italiano, il corrispettivo di un Valentino Rossi. [...] Figlio d’arte (il padre Gianbattista è stato fantino professionista negli anni ”70 e ”80), un’infanzia passata tra cavalli e maneggi. Di studiare non se ne parla: ripetente in terza media, a 15 anni ha una sola alternativa: trovarsi un lavoro o cavalcare. L’altezza giusta ce l’ha (158 cm), il peso anche (42 kg). Opta per la seconda scelta [...] inizia a correre nei circuiti romani e nel giro di qualche mese il suo nome ha già fatto il giro del Lazio. Intanto a Milano un allevatore di San Siro sta accumulando un bel gruzzolo scommettendo al Totip su di lui. Pensa che il fantino sia un vero fuoriclasse, e tempesta casa Demuro di telefonate: Mirco deve subito emigrare al Nord. Dopo un anno di pressing, mamma e papà cedono, e Mirco si trasferisce a Bellinzago, in provincia di Novara, dove viene ingaggiato dalla Grizzetti Galoppo, una delle scuderie più forti d’Italia. ” andata più o meno così”, racconta Pinuccio Gentilini, l’allevatore che lo ha scoperto (oggi è il suo agente): ”Un giorno punto sulle corse di Napoli e dico: ”Demuro. Questo qui è nuovo, battezziamolo subito”. C’erano due corse: lui corre la prima e arriva secondo. Corre la seconda e vince. Io vedo questo ragnetto di 42 kg che in curva non fa sbarellare il cavallo di un millimetro, e dal giorno dopo non lo mollo più”. Mirco ha vissuto a Bellinzago per quattro anni, da sorvegliato speciale. ”I primi tempi sono stati difficili [...] un vero shock. Il mio allenatore era considerato un mangiafantini, l’ambiente pressante. Ho capito subito che questi martellavano sul serio. Volevo tornare a casa dopo una settimana, la sera piangevo. In più non volevano che uscissi con le ragazze. Un giorno -avevo 17 anni - dovevo andare a Varese e nessuno mi accompagnava. Allora penso: che cosa ci sto a fare qui? Il giorno dopo mi sono comprato una Rover. Senza patente. Vi potete immaginare: i vigili, a Bellinzago, li ho mantenuti io”. A 16 anni Mirco è allievo fantino, il che significa che appena raggiunge 50 vittorie può ottenere il patentino da professionista. Solo nella prima stagione ne vince 79, la seconda 84, la terza 177 [...] l’unico jockey (fantino) in Italia ad aver vinto la classifica professionisti da allievo (nel 1997). [...] tra le sue imprese che rimarranno nella storia del galoppo c’è la vittoria [...] nel derby di Tokyo, dove ormai è un mito [...] ha corso anche sui cavalli del principe ereditario dell’Arabia Saudita Abdullah Abdulaziz Al Saud. ”Due volte alla settimana veniva a trovarmi in scuderia, e pensavo: magari oggi mi porterà in qualche harem... E invece mi offriva solo latte di cammello, latte di mucca, latte di capra, tè verde, tè rosso, carcadè, tè bianco. E ogni minuto dovevi bere, perché se rifiutavi era un’offesa. Roba da star male. Per sconfiggere la noia partecipavo anche alle corse di cammelli nel deserto” [...] Ma alla fine, in una corsa, è più importante il cavallo o il fantino? ”85% il cavallo, 15% il fantino. Un cavallo va interpretato, ha delle potenzialità che devi conoscere e sfruttare. La mia miglior dote è che sono nella posizione migliore in tutte le corse, qualunque chance abbia il mio cavallo. L’allenatore non mi deve dare ordini, faccio tutto io [...]”» (Matteo Maresi, ”Capital” novembre 2003) • «[...] è un fantino senza frontiere. La sua valigia? Quasi sempre pronta. [...] La sua fama internazionale è di nicchia, una nicchia gigantesca come il galoppo giapponese, che lo ha proclamato idolo nell’estate del 2003 a Tokyo. In sella a Neo Universe, Mirco è stato il primo fantino straniero vincitore di Derby, davanti a 125.000 spettatri. ”Quel boato non lo dimenticherò mai. Terrificante, era come se da un momento all’altro dovesse venir giù la tribuna”. [...] Idolo in Giappone: ”Da qualche anno esistono alcuni miei fan club. Soprattutto ragazzi: spesso ne incontro alcuni, con altri c’è una corrispondenza fitta e nello stesso tempo complicata per evidenti problemi di lingua”. E poi i media. Telecamere, fotografi e giornalisti: ”Aspettano ogni mattina davanti ai cancelli dell’ippodromo. Vogliono sapere come sono andati gli allenamenti, quali corse pensodi vincere, come trascorro le mie giornate giapponesi. Su quest’ultimo fronte sono messo male, purtroppo non ho molto tempo libero. Si inizia presto al mattino, si va a letto presto la sera. E in mezzo quasi solo cavalli”. Prima esperienza nel 1999 [...] ”Ho corso quasi in tutto il mondo. Ho vinto anche negli Stati Uniti, in Arabia Saudita e persino a Mauritius. E poi in Francia. Niente Dubai e Inghilterra, purtroppo”. [...]» (Michele Ferrante, ”La Gazzetta dello Sport” 1/3/2006).