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 2006  febbraio 21 Martedì calendario

WEISSENSTEINER Gerda

WEISSENSTEINER Gerda Collepietra (Bolzano) 3 gennaio 1969 (lo stesso giorno di Michael Schumacher). Medaglia d’oro dello slittino alle Olimpiadi di Lillehammer ”94. Medaglia di bronzo del bob a due (con Jennifer Isacco) a quelle di Torino 2006. «[...] la più anziana azzurra mai salita su un podio olimpico [...] Nessun italiano aveva mai vinto alle Olimpiadi in due sport invernali diversi. Nella storia dei Giochi solo la russa Reztsova aveva saputo essere fondista e biathleta da podio. [...]
Prima di arrivare al bob rosso Ferrari della Weissensteiner, bisogna partire da Max. Lo slittino di Lillehammer. Gerda è la migliore in circolazione per qualche anno, ma le rubano proprio quell’oro prezioso. ”Non importa [...] la medaglia per me ha un valore simbolico, ma il suo significato non me lo può rubare nessuno”. Miss velocità vive a Collepietra, in Val Pusteria. Prima dello slittino su pista artificiale fa quello su strada. una sportiva da emozioni forti, ma Nagano (dove è portabandiera) sembra il suo capolinea. ”Non importa, mi metto ad allenare i ragazzini della nazionale juniores di slittino”. Gerda ci crede, e ci si impegna. Ma c’è sempre un omone bonario, Corrado Dal Fabbro, tecnico del bob, che continua a ronzarle attorno e proporle una prova. ”Cosa vuoi che sia?”: in fondo, le donne stanno per debuttare alle Olimpiadi di Salt Lake City. L’omone ha capito tutto. Perché lei ha nostalgia della velocità. Non è una Valentino Rossi del ghiaccio: ama dipingere, scrivere poesie, soffiare il vetro. Ma le manca qualcosa. ”C’è un problema” si dice la campionessa, ”nel bob è tutto diverso rispetto allo slittino, bisogna essere fortissime nella spinta. Non importa: anche se ho trentadue anni mi dedicherò alla preparazione atletica, agli scatti. Mi irrobustirò”. Il primo incontro tra Gerda e Jennifer Isacco, centometrista di buon livello, laureata in lettere moderne, risale al 2001. Si conoscono a Roma durante le selezioni per il bob femminile. Fanno amicizia, e anche due gare insieme negli Usa. Ma il frenatore designato è Antonella Bellutti, oro olimpico nel ciclismo su pista. La Weissensteiner che si esibisce nei Giochi dei mormoni è ancora in rodaggio: chiude settima, poi chiama Jennifer perché la Bellutti ha deciso di ritirarsi. Buona l’intesa tra le due: se l’altoatesina s’infiamma, diventa nervosa, la velocista comasca è capace di tranquillizzarla. [...] Jennifer, per prepararsi meglio, decide di trasferirsi a casa di Gerda. A costo di svegliarsi alle cinque del mattino. Da quelle lunghe giornate nasce il bronzo di Cesana. Conquistato nonostante un errore sulle curve 3 e 4 della prima discesa, maturato con una terza manche stupenda. [...]» (Mattia Chiusano, ”la Repubblica” 22/2/2006). «[...] ”Nel 2001 Avevo deciso di smettere per dedicarmi all’allenamento dei giovani, però mi sentivo un po’ amareggiata, avevo dato tanto allo sport e avevo ricevuto così così [...] Ho chiuso un libro e ne ho aperto un altro, anche se è difficile spiegare agli altri che non è automatico vincere scendendo da uno slittino e salendo sul bob” [...] Ha lavorato tanto per rinforzare i muscoli delle gambe, lei che è piccola: sullo slittino non c’era tanto bisogno di spingere, mentre il bob è un affare da duecento chili. ”L’altra differenza è il sottofondo: lo slittino fila silenzioso, sopra il bob c’è un fracasso tremendo”. Sensibile alle sfumature, Gerda Weissensteiner sa essere dura all’occorrenza, imponendosi una disciplina da caporal maggiore. una perfezionista. Come Zoeggeler, dice chi conosce bene entrambi. Possiede una memoria visiva strabiliante e si mette in testa ogni pista, centimetro per centimetro, ripassandola al video e nel cervello, a occhi chiusi, danzando curva dopo curva alla maniera degli slittinisti che mimano la discesa da fermi, seduti su una panca. ”Non ho paura, semmai provo rispetto per la pista e per chi scende insieme a me”. Difficilissimo che sbagli, perché Gerda guida pulito e anticipa le direzioni imposte dal ghiaccio, sapendo e facendo tutto prima. Per trovare la concentrazione assoluta si isola da tutto, tra i masi del suo paese (dove il centro sportivo porta il suo nome e cognome) e poi in se stessa, non parlando con nessuno, lei che pure è una donna espansiva. Va a letto prestissimo e prestissimo punta la sveglia, obbligando alla clausura militaresca chiunque decida di dividere con lei un pezzo di strada. Perché per scendere più veloci degli altri non bastano il coraggio e la memoria, serve soprattutto disciplina. [...]» (Maurizio Crosetti, ”la Repubblica” 21/2/2006).