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 2006  febbraio 20 Lunedì calendario

DAVIS

DAVIS Shani Chicago (Stati Uniti) 13 agosto 1982. Pattinatore su ghiaccio. Medaglia d’oro dei 1000 metri e argento dei 1500 alle Olimpiadi di Torino 2006 e Vancouver 2010• «[...] cognome ordinario e nome di origine swahili - è stato il primo nero a conquistare una medaglia d’oro alle Olimpiadi invernali [...] è un bel tipetto, che resterà nella storia per questa medaglia epocale e nella cronaca per i suoi litigi con allenatore e compagni di squadra: tra gli americani è un isolato, ma forse non perché lui è l’unico scuro di un gruppo (anzi: di uno sport) dove tutti sono bianchi, per radici e tradizioni. Una volta, è vero, ha detto che ”quando ho lasciato Chicago, anzi il South Side di Chicago (il Bronx di Chicago, ndr), per andarmi ad allenare nel centro federale, ho capito cosa significa essere una minoranza”. Ma poi, ostinatamente, minoranza è rimasto: in perenne lite con la federazione, è emigrato a Calgary, in Canada. [...]» (e.g., ”la Repubblica” 19/2/2006) • «[...] non si allena nello Utah con il resto della squadra, sta in Canada dove gli sponsor pagano di più. Rimborsa la madre, Cherie, una donna che si è spaccata la schiena con il doppio lavoro per pagare gli allenamenti al figlio. ”Se sono arrivato qui lo devo a lei, ogni volta che pensavo di essere stanco bastava l’idea della sua fatica a svegliarmi. E basta con questa storia dello spirito di squadra. Non ne ho e allora? [...]”. Sì, ha un nome swahili, unico lascito del padre Reginald. Si è autoconfinato in un mondo non suo perché sentiva di poter fare qualcosa di speciale. E non solo per sé. Vive assorbendo ribellione e affermazione, il rapper Tupac, il pugno di Tommy Smith, la racchetta di James Blake. Ha una sua strada [...] A Salt Lake ci è andato senza gareggiare, stava nella squadra di short track insieme con l’amico Apolo Ohno, l’unico compagno con cui gioca a basket, l’unico con cui parla di Michael Jordan. Davis ha litigato con le federghiaccio americana persino per la biografia [...]» (Giulia Zonca, ”La Stampa” 19/2/2006).