Luigi La Spina, ཿLa Stampa 3/4/2004, 3 aprile 2004
Composizione. "La composizione del Conclave, profondamente mutata nella sua geografia nazionale proprio da Giovanni Paolo II, si è radicalmente internazionalizzata
Composizione. "La composizione del Conclave, profondamente mutata nella sua geografia nazionale proprio da Giovanni Paolo II, si è radicalmente internazionalizzata. Il fatto che i cardinali italiani siano ormai in netta minoranza numerica non è però determinante per giudicare improbabile l’elezione di un Pontefice di tale nazionalità. Non solo per un’astratta regola dell’alternanza, peraltro inesistente neanche nella prassi, ma soprattutto perché un candidato nato nel nostro Paese potrebbe rappresentare una buona soluzione di compromesso tra le diverse ”anime” della Chiesa nel mondo. Una scelta che confermerebbe, tra l’altro, l’influenza crescente, negli ultimi anni del pontificato di Giovanni Paolo II, di alcuni cardinali italiani, da Sodano a Ruini, da Re a Sepe. Sia nell’ipotesi di una loro diretta candidatura sia in quella di un ruolo di ”king-maker”, di grandi elettori. Se le divisioni fra gli italiani indebolissero la confluenza su un unico nome, la scelta potrebbe invece ritornare su un vescovo straniero e in questo caso, poco probabile una candidatura statunitense, la preponderanza numerica dei latino-americani indurrebbe a rivolgersi a quell’area geografica come primaria ricerca del candidato più favorito. Senza escludere alcune prestigiose figure di vescovi europei, come il viennese Schoenborn".