Varie, 13 gennaio 2006
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Dawkins Richard
• Nairobi (Kenya) 26 marzo 1941. Etologo • «Lo chiamano il ”rottweiler di Darwin” per, ovvio, le sue posizioni urlate in tema di evoluzionismo [...] Charles Simonyi Professor of the Public Understanding of Science dell’Università di Oxford e autore del best-seller Il gene egoista (1976). [...] Il va sans dire, per Dawkins, che la religione sia la radice di ogni male. Anzi, per lo scienziato educare un bimbo alla fede è come abusarne sessualmente. Nientepopodimeno. [...] Laddove infatti – dice Dawkins – la scienza si basa sull’evidenza empirica, la fede si fonda sull’esatto contrario, sul non-provato eretto a sistema e come tale lodato. Da ciò, quindi, la vocazione naturale della religione a farsi intollerante, predatoria, violenta e distruttiva. Dawkins ”esamina” le ”tre fedi abramiche”, giudaismo, cristianesimo e islam, viaggiando tra Francia, Colorado Springs, Gerusalemme e una scuola religiosa britannica. Generazioni di giovinetti rovinati Tutto inizia dal cattolicesimo, con i pellegrinaggi a Lourdes definiti un tuffo ”nei rituali medioevali della fede”. Subito dopo, Dawkins tampina i protestanti del Colorado, bersagliando gli evengelicali conservatori definiti ”talebani americani” e colpevoli di ”fascismo cristiano”. Quindi lo scienziato sbarca a Gerusalemme e, di fronte alla moschea di al-Aqsa, ascolta un ebreo americano convertitosi all’islam e fattosi fondamentalista che lo avvisa di prepararsi all’impero musulmano mondiale. Subito dopo i due litigano perché il convertito dice allo studioso che odia gli atei… tutto questo che per Dawkins costituisce quell’immensa delusione che l’idea di Dio è. [...] ”A dei bambini innocenti”, dirà Dawkins, ”vengono rifilate falsità dimostrate. giunta l’ora di sfidare questo abuso dell’innocenza infantile praticato attraverso certe superstiziose idee di roghi infernali e di dannazioni eterne. Non è del resto strano che si sia abituati a identificare automaticamente un bimbetto con la religione dei suoi genitori?” Di per sé no, ma per Dawkins, per il quale le scuole confessionali hanno rovinato intere generazioni di ragazzi, il tutto è anatema. Ce n’è, chiaro, anche per la Bibbia. ”Capita che il Dio dell’Antico Testamento sia il personaggio più sgradevole di tutta la letteratura: geloso, e orgoglioso di esserlo, meschino, vendicativo, ingiusto, per nulla disposto al perdono e razzista”, sciorina Dawkins paragonando Mosè ad Adolf Hitler e a Saddam Hussein. Né è meglio il Nuovo Testamento, dove, con revanscismo neonietzscheano, lo scienziato se la prende con san Paolo, padre della ”ripugnante e sadomasochista dottrina della riparazione per il peccato originale”. [...]» (Marco Respinti, ”Il Foglio” 12/1/2006).