Varie, 12 gennaio 2006
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Camilla Patrizia (Milly) Carlucci è nata a Sulmona (l’Aquila) nel 1954. Padre militare, mamma casalinga, ha fatto le scuole ad Udine: «Ho fatto le elementari alla Pietro Zarutti, le medie alla Manzoni, i primi due anni del liceo classico, il ginnasio a Udine e poi sono venuta a Roma»
Camilla Patrizia (Milly) Carlucci è nata a Sulmona (l’Aquila) nel 1954. Padre militare, mamma casalinga, ha fatto le scuole ad Udine: «Ho fatto le elementari alla Pietro Zarutti, le medie alla Manzoni, i primi due anni del liceo classico, il ginnasio a Udine e poi sono venuta a Roma». Ha frequentato architettura, rinunciando a pochi esami dalla laurea. La sorella Gabriella: «Milly è quella che ha sempre avuto il pallino dello spettacolo, sebbene fosse un’alunna modello; aveva tutti dieci a scuola, ma dieci al liceo classico, quindi una scuola difficile, e nessuno pensava che avrebbe intrapreso una carriera così lontana dagli studi di filosofia, di greco di latino». SOGNI. «A tre anni ho cominciato a fare pattinaggio artistico, che è uno sport di esibizione, e mi piaceva immensamente. Sognavo di esibirmi, anche se era un sogno molto ma molto segreto perché non era confessabile a casa...». SOGNI/2. «Chi l’ha detto che la vita è un sogno? La vita non è affatto un sogno, per carita, poi di questi tempi! I sogni aiutano a vivere meglio? Non sono convinta, no, no, perché i sogni sono un rifugio fuori dalla realtà, vuol dire fuggire la realtà e vivere in qualcosa di migliore, in un mondo migliore...Poi devi tornare indietro e quando ti risvegli dal sogno sono guai!». ESTATI. «Quando a Roma è nata Gbr, la prima televisione privata in Italia: sono stata presa per fare la presentatrice ma come tutti quelli che lavoravano lì mi arrangiavo a fare qualsiasi cosa perché non c’erano gerarchie né ruoli ben definiti: ci si dava una mano un po’ in tutto. Dopo aver lavorato per i tre mesi estivi, a settembre mi ha chiamato Renzo Arbore per fare L’altra Domenica. Da lì è iniziato tutto». INTERVALLI. «Non posso e non voglio lavorare 360 giorni all’anno, mi servono degli intervalli. Non ho mai inseguito la presenza quotidiana. Che è poi quella che ti fa diventare una persona di successo». DONNE. «Noi donne, purtroppo, stanchiamo più degli uomini». FAMIGLIA. «Non ho mai fatto tante cose insieme. cerco di fare delle cose buone. E poi di dedicare tempo, molto tempo, alla famiglia». CASE. «La casa deve essere un po’ come una pantofola: confortevole e pratica». RIFUGI. «In casa mia il mio unico rifugio personale è il bagno. Ci ho messo dentro anche una poltroncina per leggere in santa pace». CASETTE. Suo sogno: «Una casetta tra i rami, ben mimetizzata, alla quale si possa arrivare con una scala di quelle retraibili». TV. «Ormai è difficile guardare una cosa sola: se passi una serata davanti al televisore guardi trecento programmi insieme in modo nevrotico: magari girovagando tra i satelliti trovi varie cose interessanti che vorresti seguire e approfitti della pubblicità per schizzare da una all’altra... se mio marito ha il telecomando mi viene il mal di mare poi se lo prendo io faccio lo stesso». FILM. «Io sono una che si commuove, avrò visto un numero infinito di volte Via col vento. A parte i polpettoni romantici, ci sono altri film che trovo straordinari: il numero uno è Quarto potere di Orson Welles. Da ragazzina ho amato Il dottor Zivago; mi piacciono i film di emozioni; se al cinema riesco a pensare ad altro allora il film non va». LIBRI. «Io sono una lettrice onnivora: passo dei periodi in cui scopro un autore, leggo tutto quello che posso perché mi piace da impazzire e poi passo avanti. Ho avuto il periodo Marquez, il periodo Isabelle Allende. Ho letto tutta la serie dei cinque libri di Christian Jacq sull’Egitto che sono fumetti ma fatti bene, perché lui è un egittologo e la base archeologica c’è». PENSIONE. «Seguo diete ferree ma bilanciate, faccio ginnastica tutti i giorni, evito di espormi al sole d’estate. Mi mantengo bene ma purtroppo già so che tra qualche anno mi manderanno in pensione. Proverò allora a tornare alla fiction in ruoli di madre» (Milly Carlucci). UNIVERSIT. «Quando cambierò vorrei prima di tutto tornare all’università: ci sono campi che mi interessano moltissimo, vorrei studiare sociologia, filosofia, approfondire la storia dell’arte, anche se non so se potrebbe derivarne un lavoro».