10 gennaio 2006
Nunneri Fabio, di anni 20. Napoletano, moretto, faccia da bambino, espressione seria ma sorriso pronto, un impiego come tipografo, due fratelli più grandi a lavorare al nord, abitava col papà operaio cinquantenne e la mamma casalinga in una casa di 50 metri quadrati nel cortile di un antico palazzo sui gradoni di vico Paradisiello, sotto il tufo della collina di Moiariello, rione d’artisti e povera gente nel centro storico della città
Nunneri Fabio, di anni 20. Napoletano, moretto, faccia da bambino, espressione seria ma sorriso pronto, un impiego come tipografo, due fratelli più grandi a lavorare al nord, abitava col papà operaio cinquantenne e la mamma casalinga in una casa di 50 metri quadrati nel cortile di un antico palazzo sui gradoni di vico Paradisiello, sotto il tufo della collina di Moiariello, rione d’artisti e povera gente nel centro storico della città. Una passione per il calcio, Napoli squadra del cuore, canticchiava le canzoni di Gigi Finizio e andava regolarmente in chiesa, tanto d’aver pensato pure di farsi prete. Mercoledì scorso volle passare il pomeriggio in spiagga per distendersi al sole e fare il bagno. Al tramonto raccolse asciugamano e ciabatte e s’avviò verso la strada quando vide un Paparcone Ciro, di anni 20, litigare col suo amico Gino. Accorso subito per dividere i due, non s’accorse che quello sventolava un coltello e s’accasciò a terra con un buco nel petto. Intorno alle 19 di mercoledì 18 agosto davanti a un Bar della Marina Grande di Bacoli, litorale della costa flegrea, a Napoli, tutt’intorno decine di passanti, comitive di giovani, famiglie, il fratello del Nunneri, Giuseppe.