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 2004  aprile 05 Lunedì calendario

L’allievo di Berlusconi sogna «una tv per non deficienti», Affari & Finanza, 05/04/2004 Con 1

L’allievo di Berlusconi sogna «una tv per non deficienti», Affari & Finanza, 05/04/2004 Con 1.461.000 contatti giornalieri Telelombardia è la più grande tv regionale italiana. Ogni giorno fa 12 ore d’informazione tra sport e attualità. Raccoglie 15 milioni di euro di pubblicità l’anno (80 per cento in Lombardia, il resto nazionale). E quando per coprire un grosso evento calcistico (Inter-Lisbona) si è messa alla testa di una catena di tv locali ha stracciato Rai e Mediaset. Se aggiungiamo che il proprietario, Sandro Parenzo, è notoriamente di sinistra e si fa vedere a San Siro con Biagi, stupisce che molti lo considerino il ”Berluschino di sinistra” che può creare un Terzo Polo, spezzare il monopolio governativo e accogliere gli esuli della tv pubblica post diktat bulgaro? Ma nella sede di Telelombardia, una palazzina rosa a Milano Bovisa, davanti alla scrivania sormontata di carte dove spicca il romanzo di Camilla Baresani Sbadatamente ho fatto l’amore, Parenzo dice che quando sente quella formula (Terzo Polo) o altre simili (Telesogno) si «tocca le palle perché porta sfiga». E che il suo unico sogno «è una tv per non deficienti, una tv libera, non politicamente orientata, che dia spazio a Santoro e a Feltri». Non vuole inserirsi nel mercato della tv generalista («è saturo e minacciato dalla concorrenza straniera») e se preannuncia novità per la prossima stagione, sia di contenuti che societarie, la sua bussola imprenditoriale è orientata verso una syndacation di tv regionali che condividano per qualche ora al giorno uno spazio di informazione (sport e attualità) trasmesso via satellite da un’emittente tipo Cnn italiana. «Non per un Terzo Polo o un Telesogno ma per un progetto di questo genere - dice Parenzo - ci sono volontà e mezzi». Nato il 20 maggio del 1944 a Padova da padre avvocato e madre d’origine russa, Parenzo si è laureato in architettura a Venezia nel ’69. In quel periodo caldo, ha cominciato a usare una Super 8 per riprendere le manifestazioni. Poi curava la redazione di ”Quindici”, rivista del Gruppo ’63, quello di Balestrini, Eco, Arbasino eccetera. Per l’architettura non si sentiva portato, anche se il relatore della sua tesi, Tafuri, lo voleva come assistente. E quando ”Quindici” si spacca per contrasti sulla linea editoriale lui segue a Roma Balestrini trasferendosi nella capitale. Ma è l’architettura che lo fa finire nelle braccia della tv. Le cose sono andate così. Nell’81 Sandro Parenzo è sposato, ha una figlia che si chiama Carlotta (ora fa l’architetto a Berlino) e ha scritto una serie di film, da La cosa buffa (tratta da un romanzo di Beppe Berto) a Malizia con Laura Antonelli. Il cinema è il suo mondo. Il suo migliore amico è Tognazzi («lo aiutavo a scrivere libri di cucina. Spero che nessuno abbia mia messo in pratica le sue ricette. Non che fosse un cuoco incapace, anzi. Ma rovinava tutto col tocco finale, spesso per la necessità di utilizzare i prodotti che gli spedivano a casa. La Parmalat, per esempio, lo aveva inondato di panna»). Con lui ha architettato la beffa ”Tognazzi grande vecchio delle Br”, propagandata dal mitico ”Male”. Ma non è Tognazzi, è Franco Cristaldi a determinare la svolta nella vita di Parenzo. Cristaldi viene contattato da un imprenditore che vuole fare film per far lavorare la morosa. C’è bisogno di uno che li scriva e Cristaldi pensa a Parenzo. Parenzo incontra il businessman e la morosa («Bellissima, i capelli neri, gli occhi chiari, la carnagione pallida e luminosa») al Grand Hotel di Roma. I due rispondono rispettivamente al nome di Silvio Berlusconi e Veronica Lario. Ma non se ne fa niente. Passa un po’ di tempo e Berlusconi chiama Parenzo per proporgli di fare tv. Parenzo va trovarlo a Milano 2 e resta colpito dalla concezione non puramente speculativa della creatura residenziale berlusconiana. «Ero abituato ai disastri dei palazzinari romani - ricorda - e Milano 2 mi sembrava reggere il confronto con quello che si costruiva nelle altre metropoli europee». Inizia così un periodo pionieristico e divertentissimo. «Ricordo la trasmissione ”Domenica con Five” - dice - destinata ai bambini ma con quell’orrendo pupazzo, Five, non si sa bene se cane o drago, dal grosso naso, un naso quasi fallico. Columbro gli dava la voce». Di Berlusconi lo impressiona la capacità di apprendere (« come una spugna. uno che un giorno in America ha acceso la tv, ha pensato ”perché non facciamo così anche noi?” e ha fatto la tv commerciale in Italia»). Ma anche quella di lavorare. «Ricordo una sera nell’ufficio di viale Mazzini che avevo aperto a Roma per conto di Berlusconi. Io sono uno che se può va a letto presto, quella sera volevo chiudere e andare a casa. Berlusconi ha spento luce e indicando la Rai mi dice: ”Vedi? hanno già smesso di lavorare. Avranno più mezzi di noi, potranno essere anche più intelligenti. Ma se lavoriamo il doppio li battiamo”. L’ufficio era proprio di fronte alla Rai, una provocazione e una comodità. Non era facile che qualcuno lasciasse la tv di stato per quella di Berlusconi. Ma se un presentatore usciva sbattendo la porta perché non gli avevano ancora rinnovato il contratto, eravamo lì subito pronti». Da Berlusconi Parenzo ha imparato tutto sulla tv, dalla a alla z, realizzando migliaia di ore di trasmissioni, da ”Il pranzo è servito” a ”Drive in”. Ma a un certo punto molla tutto e si mette in proprio. Va d’accordissimo col Cavaliere («Mi scrivevo io il compenso e lui non aveva mai niente da dire») ma prova il desiderio di fare da solo, di mettersi alla prova. E nell’87 fonda la Videa, una Cinecittà del piccolo schermo che produce trasmissioni (attualmente, per esempio, sta girando una soap per la Rai), affitta gli studi per le riprese (’Bisturi”, il discusso programma con Platinette e la Pivetti, era girato negli studi di Parenzo) e oggi è anche sul mercato dei dvd con una serie di titoli classici (da Salò di Pasolini a Novecento di Bertolucci) per la vendita nei Blockbusters, supermercati, edicole eccetera. Nel ’95 Parenzo compra Telelombardia da Ligresti e nel giro di pochi anni porta quella emittente, che aveva condiviso il destino di declino di altre gloriose tv lombarde, a diventare la prima in Italia puntando sull’informazione locale e lasciando stare fiction, film, varietà e così via.  in quel periodo che arruola Daniele Vimercati per fare ”Iceberg”, trasmissione di attualità che continua tuttora (due anni dopo la improvvisa e prematura morte del conduttore) e racchiude nel titolo la volontà di fare qualcosa di pensato per il Nord. Di Vimercati, Parenzo ricorda con un po’ di commozione il modo in cui definì il loro incontro. «L’incontro tra un pentito della destra e un deluso della sinistra». Perciò non parlategli di Terzo Polo, Telesogno dei transfughi Rai o cose del genere che portano solo sfiga. E poi c’è sempre il rischio di rovinare tutto col tocco finale, come Tognazzi con le ricette. Antonio Armano