Vittorio Rava Libero, 23/06/2004, 23 giugno 2004
Auguri Romiti, Libero, 23/06/2004 240623. Ho avuto impresse nella mente queste cifre per quattro anni, avendo affittato a Torino la casa della più importante ammiratrice del Dott
Auguri Romiti, Libero, 23/06/2004 240623. Ho avuto impresse nella mente queste cifre per quattro anni, avendo affittato a Torino la casa della più importante ammiratrice del Dott. Romiti, che aveva inserito la data di nascita del Dottore come codice dell’antifurto. Il ricordo si è poi rafforzato in me perché questa data è esattamente diversa per 12 giorni da quella di mio padre: 120623. Romiti è stato il potere più di Mattei, Valletta, Cefis, Cuccia, perché del potere ha la forza fisica e la body communication. In Italia solo Mussolini era come lui. Solo Mussolini aveva una mascella volitiva degna del Dott. Romiti. Solo Mussolini parlava come lui: il dottore è il più bravo lettore di discorsi scritti da me mai ascoltato. Parlando di potere, ho paragonato Romiti solo a manager pubblici o parapubblici, ma mai ad imprenditori. Gli imprenditori non hanno il potere, possiedono l’impresa e questa è una differenza sottile ma importante. Il potere è l’uniforme che un altro ti concede di indossare; è il bastone del comando che ti viene concesso. E l’immagine migliore della perdita del potere è quella in cui si strappano le stellette e le mostrine ai militari come avvenne al capitano Dreyfus. Passare da manager a imprenditore è difficilissimo, quasi impossibile, perché come dicono quelli del nordest ai manager: «Ghe manca a cativeria sui schei». Romiti è stato la miglior icona del capitalismo italiano. Uno che si è preso tutte le soddisfazioni possibili dando lezioni di tutto a tutti utilizzando il movimento dell’indice per rafforzare le sue parole meglio di una maestra elementare ottocentesca. Ha avuto «una parola buona per tutti» anche quando non era necessaria o era assolutamente pleonastica, dimenticandosi che le parole sono pietre e quando si sommano diventano come il ghiaione del ”Pomagagnon”, quello che sovrasta Cortina. Quando sei potente hai molti amici, ma non sono tuoi amici. Sei tu che loro millantano per loro amico, perché il potere è una cosa meravigliosa finché c’è ma dopo... «Il potere logora chi non ce l’ha», come ha detto l’uomo più potente della scena politica italiana del dopoguerra che non credo sia oggi molto contento di essere ricordato solo per questo calambour. Chi conosce il potere lo sa gestire, sia nei successi che nelle avversità. Per questo Romiti ha vinto ancora la sua battaglia perché ha capito di poter contare solo su se stesso. Ha sparigliato le carte con l’assurda proposta della scissione tra i libri e il quotidiano ”El Mundo” da una parte e l’editoria dall’altra. Questa proposta era la negazione del piano industriale nell’unico momento storico in cui i libri e i giornali lavorano l’uno per l’altro, togliendo poi alla R.C.S. l’internazionalità costruita in tanti anni di duro lavoro in Francia e Spagna. Era una proposta antindustriale utilizzata solo a fini strumentali con un obiettivo diverso da quello che lasciava apparire. E adesso, avendo vinto l’ultima battaglia che poteva trasformare via Solferino in piazzale Loreto, segua l’esempio di Greta Garbo: se ne vada con il suo Oscar. Perché l’attuale scena economica italiana è disseminata di quelli che A volte ritornano, come recitava il titolo del film. vittorio.rava@maieutiketechne.com