Gianluca Grechi Avvenire, 17/06/2004, 17 giugno 2004
Un italiano che fece l’America, Avvenire, 17/06/2004 Los Angeles. Alle 5.13 del mattino del 18 aprile 1906 Amedeo Peter Giannini viene svegliato di soprassalto dalla terra che trema: è lo storico terremoto di inizio secolo che in pochi minuti ridusse in briciole gran parte della città di San Francisco e dintorni seguito da un incendio infernale che causò, secondo le stime del tempo, più di 3
Un italiano che fece l’America, Avvenire, 17/06/2004 Los Angeles. Alle 5.13 del mattino del 18 aprile 1906 Amedeo Peter Giannini viene svegliato di soprassalto dalla terra che trema: è lo storico terremoto di inizio secolo che in pochi minuti ridusse in briciole gran parte della città di San Francisco e dintorni seguito da un incendio infernale che causò, secondo le stime del tempo, più di 3.000 vittime. Peter Amedeo Giannini si procura un carro e si dirige verso la sede della Bank of Italy, la banca da lui fondata due anni prima, nel 1904, e di cui ricorre quest’anno il centenario dalla costituzione. In mezzo alle rovine raccoglie quasi due milioni di dollari tra oro, banconote e titoli di credito che nasconde sul carro ricoprendoli con verdura e ortaggi per non dare nell’occhio. La distruzione della Bank of Italy sembra la fine di una brillante carriera per il giovane figlio di emigrati genovesi. Nato nel 1870 a San José (California), Amedeo Peter Giannini o AP come era comunemente chiamato con le iniziali del suo nome, vive un’infanzia difficile. A soli sette anni giovanissimo perde il padre, vittima di una disputa per un misero dollaro e all’età di quattordici anni lascia la scuola per entrare a lavorare nell’azienda agricola di famiglia. Lo fa con successo al punto che a trentun anni vende la sua quota ai dipendenti e decide di ritirarsi dagli affari. Passa solo un anno e viene chiamato nel consiglio di amministrazione della Savings & Loans Society, una piccola banca locale di North Beach, il quartiere italiano di San Francisco. A quel tempo le banche servivano prevalentemente gli interessi dei ricchi mentre Giannini è convinto che una banca di successo debba rivolgersi alla classe media, a quei pescatori e contadini italiani che lui conosceva bene. Nel 1904 entra in conflitto con la direzione della Savings & Loans e con il suo patrigno e dieci amici raccoglie un capitale di 150.000 dollari che utilizza per aprire la Bank of Italy. La prima sede della banca è un ex saloon situato di fronte alla sua ex banca, ha tre dipendenti assunti tra cui il barista del saloon nel ruolo di cassiere. Cominciava così la sua carriera di banchiere fuori dagli schemi, che girava di casa in casa per promuovere depositi e prestiti presso la classe lavoratrice della città e i contadini delle campagne circostanti e per finanziare le iniziative imprenditoriali dei piccoli che fino ad allora difficilmente trovavano credito. Tre giorni dopo il grande terremoto, mentre il resto della comunità finanziaria si interroga sul modo migliore di rifinanziare la ricostruzione della città, Giannini con il suo piglio pragmatico si presenta nei quartieri del porto, appoggia un’asse su due barili, vi appende uno striscione ”Bank of Italy” e comincia a concedere prestiti a chiunque ne facesse richiesta. Grazie a lui l’attività economica della città riparte e Giannini si lancia in una serie di acquisizioni di piccole banche locali alle quali applica la stessa strategia di «banca della gente comune». Nel 1928 fonda TransAmerica Corp., che raccoglie le sue diverse attività finanziarie e che nel 1929 raduna sotto il comune nome di Bank of America, oggi la seconda più grande banca degli Stati Uniti dopo Citicorp. Giannini e Bank of Italy rivoluzionano il sistema bancario americano e introducono per la prima volta il concetto di banca al dettaglio, fatta di piccoli conti correnti e libretti di risparmio e finanziando le attività dei singoli e delle piccole imprese spesso a conduzione familiare. All’età di sessant’anni Giannini decide di ritirarsi in Europa ma durante la grande Depressione degli anni Trenta ritorna sulla scena americana per rifocalizzare l’attività di Bank of America che a suo avviso aveva perso la vocazione originale verso la working class in un periodo cruciale della vita economica del paese, che per Giannini somigliava da vicino a quello già vissuto ai tempi di Bank of Italy e del dopo-terremoto del 1906. Fu proprio in quel periodo, siamo nel 1937, che Giannini incontra un giovane imprenditore visionario californiano,Walt Disney, alla ricerca di due milioni di dollari per finanziare il suo primo film di animazione, Biancaneve. Giannini si impegna personalmente per la concessione del finanziamento. L’interesse di Giannini per il mondo dello spettacolo in realtà comincia ben prima, già nel 1908 quando concede un prestito personale di mezzo milione di dollari a Sol Lesser, il produttore dei film di Tarzan. Successivamente nel 1923 Bank of Italy crea un divisione dedicata all’investimento nel cinema, una delle promesse dell’economia californiana, e finanzia tra gli altri la creazione di United Artists su proposta di un gruppo di star nascenti, Mary Pickford, Charlie Chaplin, Douglas Fairbank e D.W. Griffith. L’attrazione di Giannini verso i personaggi del mondo dello spettacolo che spesso sedevano nei consigli di amministrazione delle sue filiali si spiegava con la sua convinzione che gli artisti fossero ben integrati nelle loro comunità, sapessero parlare alla gente comune interpretandone i bisogni e soprattutto identificare le migliori opportunità da finanziare. Nel 1932 il fiuto per gli affari e la propensione al rischio di Giannini si misero di nuovo in moto. In piena Depressione riceve nel suo ufficio di San Francisco, Joseph Strauss un giovane ingegnere alla ricerca di fondi per la realizzazione del suo sogno: un ponte che colleghi la città a nord con il resto della California. Non ci vuole molto a convincere Giannini e Bank of America con sei milioni di dollari finanzia il progetto che porterà alla creazione del Golden Gate Bridge, futuro simbolo della città. Giannini morirà all’età di 79 anni con un patrimonio personale di solo mezzo milione di dollari. «II prurito del denaro è una brutta cosa, io non ho mai avuto questo problema», amava ripetere a chi lo interrogava sulla sua ricchezza. Gianluca Grechi