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 2004  giugno 04 Venerdì calendario

Rocco Tano, pseudo-porno-candidato, La Stampa, 04/06/2004 La potenza energetica delle balle sta nella loro più serena o tempestosa plausibilità

Rocco Tano, pseudo-porno-candidato, La Stampa, 04/06/2004 La potenza energetica delle balle sta nella loro più serena o tempestosa plausibilità. In campagna elettorale se ne dicono un sacco, e altrettante se ne contrastano. La rete è ormai il luogo privilegiato di questo conflitto, un aggiornatissimo campo di battaglia di bufale e contro-bufale. Così, ad esempio, Forza Italia ha da qualche settimana aperto una vera e propria «caccia alle bufale on line», sollecitando gli utenti a segnalare «catene di e-mail» attraverso cui i militanti del centrosinistra digitale stravolgerebbero l’operato del governo Berlusconi attribuendo ad esso o ad altri inesistenti o ingannevoli provvedimenti. Esempio: la legge sulla patente a punti l’ha fatta Di Pietro. Oppure: la tv digitale non funziona e danneggia il tuo televisore. O anche: il ministero della Difesa sta comprando armi di distruzione di massa. Non è vero, dice il sito berlusconiano, e punto per punto rimette a posto le circostanze deviate. Salvo poi scoprire il fianco, nel delicato rapporto tra propaganda e verità, quando poi classifica come bufala il fatto che il governo non abbia «controllato l’andamento dei prezzi». Quell’«andamento» in effetti suona un po’ sospetto: meglio sarebbe stato scrivere «aumento», e meglio ancora controllarli, i prezzi, anche in vista delle elezioni. Ma tant’è. Molto più divertente ed evoluta, nella sua pur maliziosa irrilevanza, è da ritenersi senz’altro la porno-bufala di Rocco Siffredi, «mister 35 centimetri», che qualche misterioso burlone, o arcano e sagace disinformatore ha comunque candidato qualche giorno fa nella lista di Alessandra Mussolini, Alternativa Sociale, come capolista nel comune di Ortona, dove Rocco (che di vero cognome fa Tano) è effettivamente nato il 4 maggio del 1964. Classico sviluppo telematico del vecchio «non è vero ma ci credo», con il dovuto fall-out elettorale. Per chi non lo sa vale forse la pena di ricordare che l’incolpevole Rocco Siffredi è il più illustre attore, regista e produttore dell’hard core italiano e forse pure europeo, tale da essersi meritato anche una biografia (Il mito di un uomo italiano, di Patrizia D’Agostino, Castelvecchi), e almeno oggi niente affatto disposto a entrare in politica. E invece sì. Ce lo fanno entrare lo stesso, suscitando un piccolo e colorito pandemonio mediatico tipico di questo tempo. La notizia compare nel pomeriggio del 22 maggio sul forum di Indymedia (italy.indymedia.org), uno dei più noti e affollati siti del movimento no global. diffusa, com’è normale, attraverso uno pseudonimo, ”El matador”: «Ho accettato di candidarmi - veniva fatto dire a Siffredi - perché nutro molta fiducia nei confronti di Alessandra. Credo che la politica italiana abbia un serio bisogno di essere rinnovata, e questo lo si può fare solo con delle forze unite che, seppure con delle differenze, sappiano interpretare i bisogni della gente» bla bla bla. «In lista con Siffredi - si concludeva sibillinamente il comunicato - anche l’imprenditore Mauro Fasullo, della provincia di Chieti». E quel «Fasullo», dopo tutto, era l’unico indizio su cui appuntare l’attenzione. Ma quando mai! invece partito subito un diluvio di commenti, ben 35 in poche ore, assolutamente sopra la media del forum. E vecchie foto osé della Mussolini, fotomontaggi, finti poster elettorali, volgarità articolate, e battibecchi anche parecchio seri, addirittura politici, e maniaci di ogni risma, senza contare quei poveri partecipanti al forum (non più di quattro, per la verità) che invano reclamavano le fonti della ”notizia”, o si appellavano agli altri cyber-navigatori perché non cadessero nell’errore di prendere per buona quella che a loro giudizio aveva tutti i segni dell’autentica panzana. Ce n’era ovviamente per tutti i gusti, dalla vecchia battuta pesante allo scimmiottamento delle locandine del porno: «Attenti compagni, ce lo mettono nel deretano», «No alla politica del manganello», «Rocco di manganello se ne intende», «Super Rococò and Analssandra will be in the next movie», «io quasi quasi lo voto» (una compagna del collettivo), «adesso vi accorgerete che significa prenderlo nel» e così via, fino ai cultori sporcaccioni di un certo rito di fertilità giapponese detto del «bukkake», o al tele-utente a nome ”Bula Padula” che interveniva con dotti riferimenti bibliografici nella vicenda elettorale del comune di Ortona - dove peraltro il 12 e il 13 giugno nemmeno si vota - inquadrandola nel consueto complotto organizzato «per minare il livello morale dell’etica cattolica» da parte di una triplice alleanza fra «esoterismo ereticale», «magia sessuale» e «tantrismo d’Oriente». Tutto sommato poteva anche bastare. Ma a quel punto si scatenavano i creativi del morphing, che sarebbe la tecnica del trattamento o taroccamento delle immagini che diffusamente si pratica on line. Ed ecco che la fiamma tricolore veniva sostituita da scontate falloforie («Vota col czz, vota Rocco», «vota e scopa»); mentre il volto e il ciuffo dell’inconsapevole di Siffredi (che di recente ha recitato come attore anche in Romance della regista francese Catherine Breillat) campeggiavano su pseudo-manifesti elettorali che facevano il verso a quelli di An: «Un solo interesse. Le italiane». Come pure, più grevemente, anche se in modo meno originale, diffondevano il messaggio: «Italiani!!! Con Rocco ce la faremo a metterlo nel etc. a tutti!». Sì, a tutti. «Che Rocco era fascista si sapeva - aggiungeva uno - che era anche terrone no». «Come terrone? Vergognatevi» replicava un altro inorridito dallo strappo ai codici del politicamente corretto. «Attenti, sveglia, è una balla, una provocazione» scriveva uno. «Forse fascista no - gli rispondeva un altro a stretto giro - ma sicuramente Rocco si è dichiarato ”fiero di essere italiano”». Ma ormai la disputa era dilagata ben oltre i confini dell’area no-global, come si poteva dedurre dal commento di quell’altro che coglieva infine il destro del porno-attore non candidato per scagliarsi in ogni caso contro gli ossequi «agli anglo-giudei». E insomma: dalla porno-balla alla meta-valanga credulona passando per l’immiserimento culturale e psichico della comunicazione on line. A 17 anni dall’elezione di Cicciolina è difficile dire se sia progresso, decadenza o tutte e due le cose insieme. Di sicuro il paese dei furbi sembra un ricordo lontano. Filippo Ceccarelli