Gigi Riva, ཿL’espresso 27/5/2004, 27 maggio 2004
Massimo Cacciari: «Bertinotti proclama: ”andiamo via, bene, abbiamo vinto”. E lo dice senza provare vergogna
Massimo Cacciari: «Bertinotti proclama: ”andiamo via, bene, abbiamo vinto”. E lo dice senza provare vergogna. Ma non c’entri niente tu, Bertinotti, se c’è questo Berlusconi? Io semmai dirò a casa mia che ho vinto quando l’Iraq sarà in pace, in democrazia, non si ammazzeranno tra di loro e avranno qualche chilo di pane. Poi: abbiamo continuato a chiedere le Nazioni Unite e che facciamo, lasciamo prima ancora che presentino un piano? Così si dà ragione a Bush quando ritiene inutile l’Onu. Si può argomentare: ci ritiriamo perché la situazione è insostenibile, perché muoiono i nostri soldati. Bene. Ma questa non è né un’idea né una scelta strategica. semplicemente una dichiarazione d’impotenza». «Sappiamo che bisogna sconfiggere bin Laden sul piano militare. Ma serve una grande coalizione. Non si poteva fermare Napoleone solo con la Prussia o Hitler solo con la Gran Bretagna. L’intervento unilaterale americano è impossibile, utopistico, irrealistico, allora facciamo una grande conferenza di pace, un congresso di Vienna dove, tra pari, studiamo le due o tre grandi crisi del pianeta e decidiamo come controllare la situazione, quali eserciti mandare, governati da chi. Con la caduta dell’Urss è finita un’epoca, come dopo la sconfitta di Napoleone. C’è un mondo da ripensare». Le torture di Abu Ghraib«rispondono a una strategia mirata e decisa in alto. Chi lo faceva non percepiva l’efferatezza del suo atto. Se torturassero me, mettendomi mutandine in testa o fotografandomi nudo, penserei: speriamo che continuino così. Ma quel modo di agire era frutto di un disegno preciso per annichilire quegli uomini, quella cultura». (l’intervista integrale è di Gigi Riva, ”L’espresso” 27/5/2004)