Vittorio Alberti, ཿL’espresso 27/5/2004, 27 maggio 2004
Emanuele severino: «Alle sue radici, che essendo filosofiche sono pure sociali, l’Islam ha proprio quel pensiero greco che è alla base della cultura europea
Emanuele severino: «Alle sue radici, che essendo filosofiche sono pure sociali, l’Islam ha proprio quel pensiero greco che è alla base della cultura europea. Si tratta quindi non di uno scontro tra Oriente e Occidente, tra Islam e Cristianesimo, ma tra due forme della tradizione della cultura occidentale. Come il Cristianesimo, con il pensiero di San Tommaso d’Aquino, intende assimilare a sé la grecità, mostrando che la voce più profonda della ragione, cioè la voce greca, è conciliabile con il messaggio cristiano, così l’Islam, con Avicenna, al quale San Tommaso si è ispirato, fa vedere come la voce greca sia assimilabile al messaggio religioso di Maometto che, a sua volta, si riconnette al Vecchio e al Nuovo Testamento. Si tratta di una vicenda interna all’Occidente. Il vero scontro in atto è un altro. Da una parte ci sono Islam e Cristianesimo (ed Ebraismo). Dall’altra, la voce della filosofia del nostro tempo che autorizza la tecnica a dominare il mondo. Lo scontro è dunque tra passato e presente dell’Occidente, laddove al passato appartengono e il Cristianesimo e l’Islam. Anche i fondamentalisti islamici, che vedono negli Usa l’incarnazione del male, dimostrano l’incapacità di comprendere la situazione storica. Dal punto di vista dell’Islam, il Male dovrebbe essere innanzi tutto il pensiero filosofico contemporaneo e la sua capacità di sprigionare le forze della tecnica. L’Islam, come ieri il marxismo, intende vincere gli avversari con lo strumento tecnologico. inevitabile che lo strumento da mezzo diventi fine e, divenendo fine, domani subordini a sé, come prima ha subordinato il marxismo, l’Islam. Così come Cristianesimo, capitalismo e democrazia». (l’intervista integrale è di Vittorio Alberti, ”L’espresso” 27/5/2004)