Franco Carlini Corriere della Sera, 01/05/2004, 1 maggio 2004
Utopia in borsa, Corriere della Sera, 01/05/2004 «Google non è una compagnia convenzionale e non vogliamo diventarlo»
Utopia in borsa, Corriere della Sera, 01/05/2004 «Google non è una compagnia convenzionale e non vogliamo diventarlo». Così la lettera ai futuri azionisti firmata dai due giovani fondatori del popolare motore di ricerca Internet, che accompagna il prospetto depositato alla Sec. Dunque Google nei prossimi mesi offrirà al pubblico un buon numero delle sue azioni (per ora non si sa quante) ma in maniera diversa dal solito: intanto suddividendole in due classi e riservando ai fondatori un potere di voto dieci volte superiore, il che permetterà di gestire l’azienda sfuggendo all’ansia perpetua dei profitti a breve. Anche come azienda quotata ci concentreremo sul lungo termine, scrivono, senza preoccuparci delle pressioni per ottenere un piccolo utile nel prossimo trimestre e senza spalmare gli utili per compiacere gli analisti. Non solo: per evitare eccessi di fluttuazioni successive all’offerta, le azioni verranno messe all’asta online; alla chiusura dell’asta verrà deciso il prezzo finale e tutti coloro che avranno proposto una cifra uguale o superiore potranno averle. La società si riserva tuttavia la possibilità di rifiutare proposte che appaiano speculative. Tanta diffidenza verso Wall Street appare sensata, dato che Google è comunque in attivo da tre anni (100 milioni di dollari di utile nel 2003, su un fatturato di oltre 900) e non ha un bisogno urgente di capitali; va in Borsa per dare soddisfazioni ai finanziatori iniziali e ai 1.900 dipendenti, chiamati i ”Googlers”, che desiderano far fruttare le stock option, ma il triumvirato che la governa (i due fondatori più il Ceo Eric Schimdt) vuole mantenere per sé la possibilità di coltivare la propria visione, la quale, aggiungono ancora Larry Page e Sergei Brin, consiste nel realizzare «un’istituzione che faccia del mondo un posto migliore», quanto a possibilità di trovare e gestire informazioni e conoscenza. Nascerà dunque una fondazione socialmente responsabile e il tutto sembra confermare che la vera innovazione non è mai soltanto tecnica ma anche sociale. La relativa libertà di governo rispetto agli azionisti pubblici servirà anche per fronteggiare i tempi difficili che si annunciano, dato che dopo il successo di Google la competizione si va facendo più intensa, non solo da parte dell’altro grande portale, Yahoo!, ma anche di Microsoft, che intende incorporare analoghe e più avanzate funzioni di ricerca nella prossima versione del suo sistema operativo. Franco Carlini