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 2004  aprile 21 Mercoledì calendario

L’aumento dell’altezza va di pari passo con la ricchezza: gli americani non crescono più. Quindi non sono ricchi, Tst-La Stampa, 21/04/2004 L’antropometria storica studia l’evoluzione statistica del corpo umano nei secoli, con particolare riguardo per le differenze tra popolazioni e tra classi sociali

L’aumento dell’altezza va di pari passo con la ricchezza: gli americani non crescono più. Quindi non sono ricchi, Tst-La Stampa, 21/04/2004 L’antropometria storica studia l’evoluzione statistica del corpo umano nei secoli, con particolare riguardo per le differenze tra popolazioni e tra classi sociali. una disciplina relativamente nuova. I suoi specialisti sono scienziati formatisi in altri campi [...]. Molti sono economisti. Lo è anche il più importante di tutti: John Komlos, un ebreo americano nato a Budapest, arrivato a Chicago nel 1956 e attualmente professore a Monaco di Baviera. La sua specialità è l’altezza delle persone e i suoi dati includono centinaia di migliaia di soggetti, vissuti dal Seicento in avanti: cadetti di West Point, soldati austriaci e francesi, schiavi e coloni, contadini e gente di città. L’altezza media è un ottimo indicatore della salute e qualità della vita di un gruppo di esseri umani. Le variazioni all’interno del gruppo sono in ampia misura genetiche ma, se i membri del gruppo A sono mediamente più alti dei membri del gruppo B, è perché nel gruppo A si mangia meglio e si è meglio protetti dalle malattie, soprattutto nelle tre fasi chiave dello sviluppo: la prima infanzia, il periodo dai sei agli otto anni e l’adolescenza. Non c’è da stupirsi dunque se in generale i paesi più ricchi hanno i cittadini più alti e se i cittadini crescono (letteralmente!) quando migliorano le condizioni economiche. Nell’Europa settentrionale, per esempio, si viveva bene intorno all’anno 800 (Carlomagno era alto più di un metro e ottanta), poi le cose andarono male a lungo (i rivoluzionari francesi del 1789 non superavano il metro e mezzo) per riprendere infine quota nell’era contemporanea, e soprattutto nel secondo dopoguerra. Oggi i maschi olandesi sono alti in media un metro e ottantasei, diciotto centimetri in più che ai tempi di van Gogh. C’è però una anomalia. Da almeno un secolo, gli Stati Uniti sono la nazione più ricca del mondo. [...] I soldati americani della prima guerra mondiale erano cinque centimetri più alti di quelli tedeschi; ma, a partire dalla seconda metà del XX secolo, gli americani non sono più cresciuti. Oggi sono in media di 7-8 centimetri più bassi degli abitanti del Nord Europa. Quando ho citato questi dati ad amici, subito ne hanno attribuito la causa alla gran quantità di immigrati che entrano in America ogni anno. una reazione ragionevole, ma inadeguata. Le statistiche di Komlos escludono con cura le persone di origine asiatica e ispanica; inoltre nell’Ottocento, quando gli americani erano i più alti del mondo, gli immigrati entravano in proporzioni ben più rilevanti di adesso. Rimane una sola spiegazione possibile: il paese più ricco non offre ai suoi cittadini le migliori condizioni di vita. [...] Olanda, Svezia e Germania hanno un’assistenza prenatale, postnatale e generalmente medica e servizi sociali molto più equi ed efficaci degli Stati Uniti: i 40 milioni di americani senza mutua e i 35 milioni sotto il livello di povertà certamente non contribuiscono a dare un’immagine rosea della salute nazionale. (Un altro importante indicatore è la vita media [...]: 28esimi fra 36 nazioni industrializzate). Chi in Europa è entusiasta di seguire l’esempio di un quarto di secolo di Reaganomics consegnandosi senza riserve alla privatizzazione e alla concorrenza dovrebbe riflettere su queste ovvietà. Ma c’è di più. Komlos ha scorporato i suoi dati secondo un gran numero di parametri, cercando negli Stati Uniti un gruppo che sfuggisse alla tendenza generale: che cioè fosse privilegiato in termini di altezza. Ha considerato i soli bianchi, le sole famiglie di alto reddito, le sole persone con titoli di studio avanzati. Non ha trovato nessuna eccezione, il che suggerisce una conclusione piuttosto deprimente: in America, i ricchi mangiano e hanno cura del proprio corpo e del proprio sviluppo, mediamente, come i poveri. Una dieta malsana e scarsa protezione dagli agenti patogeni non sono solo una condanna; sono anche una scelta culturale. Stando così le cose, occorre interrogarsi più a fondo su che cosa costituisca la ricchezza di un paese. Scrivendo che gli Stati Uniti sono da tempo la nazione più ricca, esprimevo l’opinione comune. Ma è corretta, questa opinione? Possiamo accettare senza discussioni il fatto che un paese sia ricco quando è cospicuo il suo Pil, quando corre la sua Borsa, quando si moltiplicano gli investimenti? la ricchezza, insomma, un fatto puramente finanziario? O non è vero invece che i soldi sono solo strumenti, e che tutto dipende da come vengono usati? E dunque un paese pieno di soldi è ricco, al massimo, in senso potenziale; ma la potenzialità non è realizzata se i soldi vengono usati per rimpinzarsi di patatine davanti alla tv, quale che sia l’ammontare del nostro conto in banca. Ermanno Bencivenga