Pasquale Squitieri il Giornale, 09/04/2004, 9 aprile 2004
Lello Giulivo frustava Gesù con foga. La madre l’ha cacciato di casa, il Giornale, 09/04/2004 Si chiama Lello Giulivo e un simile nome susciterebbe euforia se non appartenesse ad un trentenne dal fisico del gladiatore e dal volto di Charles Bronson
Lello Giulivo frustava Gesù con foga. La madre l’ha cacciato di casa, il Giornale, 09/04/2004 Si chiama Lello Giulivo e un simile nome susciterebbe euforia se non appartenesse ad un trentenne dal fisico del gladiatore e dal volto di Charles Bronson. Un ottimo attore e cantante napoletano che conosco e apprezzo e che molto probabilmente lavorerà nel mio prossimo film; ovviamente nel ruolo di «duro». E che succede a Lello Giulivo? Succede che Mel Gibson nel fare il cast de La Passione di Cristo lo scelga come «brutish roman soldier», non solo, ma tra i brutali soldati romani gli molla il ruolo del più carogna. In breve, Lello Giulivo è quel milite che, dopo aver frustato e insultato Gesù per tutta la Via Crucis, una volta sul Golgota, quando si presenta il problema tecnico che la Mano destra del Cristo non raggiunge il buco già praticato nel legno, per agevolare il percorso del chiodo, lo risolve senza tanti complimenti. Da vero brutish, gli spezza il braccio, glielo strattona e tutto collima: mano, buco, chiodo. Il tutto in Dolby stereo. una delle sequenze più brutali e gratuite (come molte altre, ispirate alle «visioni» della Emmerick e mai citata nei Vangeli) del film, e Lello se la cava da ottimo professionista, ci mette tutto l’impegno e un ghigno sadico. Per inciso, a sentirla raccontare da lui, la lavorazione di quelle scene aveva avuto ben poco di mistico. C’era un freddo cane e il solo evento Miracoloso era stato il mancato congelamento di Sergio Rubini appeso nudo alla croce del buon ladrone. Comunque per Lello una grande occasione. Quella che quasi tutti gli attori attendono: una mega-produzione Usa, un regista-attore famoso, una storia che funziona da quando esiste il cinema. In più, un successo planetario di pubblico. Per tante sere aveva raccontato alla madre, con la quale vive, o meglio viveva, le avventure del set, la magnifica opportunità che gli si presentava, etc. Mai era sceso nei particolari del suo ruolo. Accade così che sua madre, con altri parenti, vada alla prima del film senza di lui impegnato su un altro set. La signora Giulivo è una cattolica osservante. Una di quelle che [...] tiene il Crocefisso nella stanza da letto e dovunque le piaccia tenerlo. Molto probabilmente, il suo Gesù virtuale è quello di Zeffirelli. Segue le liturgie; prega. Pregava anche per il futuro e la salute di Lello. Ora non più [...]. Infatti, quando Lello è tornato a casa sul tardi ha trovato sua madre ad attenderlo, furibonda. Come aveva potuto suo figlio frustare con tanto accanimento, insultare ripetutamente, inchiodare con tanta ferocia Gesù alla Croce?! Fuori! Fuori da quella casa! Inutilmente Lello ha tentato di chiarire che si trattava d’una finzione, che è cinematografo. Che quel sangue era colorante, che i chiodi erano finti; che anche la mano era finta (l’unica vera era quella del regista che dava le martellate), che le frustate le beccava un robot... Niente da fare: quelle due ore di macelleria al dettaglio avevano sconvolto la signora Giulivo al punto da farle gridare: «Esci da questa casa e non tornare mai più!». Per ora Lello dorme da un amico aspettando che sua madre si rassereni. La cosa non è scontata. Ci vorrà del tempo, e la casa del brutish roman soldier avrà bisogno d’una accurata benedizione. Se ho raccontato questa piccola storia, a margine dell’evento Passion, è solo perché conferma quanto scrive Messori a proposito del film: «L’opera è tesa a riannunciare Colui che disse di non essere venuto a portare la pace ma la spada, non la concordia universale ma la divisione persino tra genitori e figli... ». Progetto non so quanto riuscito al Redentore, ma a Gibson certamente sì. [...] Pasquale Squitieri