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 2004  aprile 22 Giovedì calendario

Un peana per Fiorello, L’espresso, 22/04/2004 Mattatore, fenomeno, fuoriclasse. Incluso Del Noce che si fa baciare in bocca, siamo in tanti, circa nove milioni, ai suoi piedi, in fondo al barile raschiato delle iperboli

Un peana per Fiorello, L’espresso, 22/04/2004 Mattatore, fenomeno, fuoriclasse. Incluso Del Noce che si fa baciare in bocca, siamo in tanti, circa nove milioni, ai suoi piedi, in fondo al barile raschiato delle iperboli. Dal ”Manifesto” al ”Secolo”, da Bressanone a Ginostra, il puzzo d’incenso è forte. Le parole non bastano più. Il Fiorello del sabato sera (Raiuno) è afrodisiaco puro, un’inquadratura a caso di Lubitsch, una mano qualunque di Arsenio Lupin, Valentino Rossi che fa la derapata all’Estoril, Marco Pantani che schizza lieve sull’Izoard e chi se ne frega di cosa avesse in corpo. Un incantatore di serpenti, ecco cos’è. Stato di grazia. Stiamo parlando di uno che arriva illeso o quasi da esperienze che segnano, evaso da lager dei villaggi turistici, anni passati a rianimare orde di commendatori e consorti ferocemente determinate a divertirsi, scampato poi alle piazze e alle pizze del karaoke, quando il codino e le sostanze forti lo aiutavano a restare intero se non integro in quel massacro di ugole scartavetranti. Mozzato il codino, di quegli anni resta il nome, Fiorello, un nome inadeguato, un nome da karaoke. Per il resto, è la manifestazione progressiva di un talento senza confini, tanto più raro nella televisione sciacquone dei nostri giorni. Per ritrovare un seduttore di questo calibro e di questa tastiera bisogna risalire a Walter Chiari, genio dell’improvvisazione e dell’autodistruzione. Il Fiorello di oggi conosce i suoi limiti perché conosce la sua grandezza. Ha trovato la calma, ha trovato Susanna e Bibi Ballandi. Si esalta da solo, ma sa stare con chiunque, lo sconosciuto e la superstar, sa spingerlo fuori dai suoi recinti, senza mai ridurlo e ridursi a macchietta. Ha fatto cantare Monica Bellucci, ha fatto ridere Margherita Buy. Sa prendere i suoi trionfi e sa sparire quando serve. Giancarlo Dotto