MACCHINA DEL TEMPO OTTOBRE 2004, 21 novembre 2005
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Ha più di cento anni ma non li dimostra. il premio Nobel, il più alto riconoscimento per chi ha reso i maggiori servigi all’umanità
Ha più di cento anni ma non li dimostra. il premio Nobel, il più alto riconoscimento per chi ha reso i maggiori servigi all’umanità. Alfred Nobel (nelle foto), nato il 21 ottobre 1833 a Stoccolma, era un chimico dalla genialità precoce: a soli 17 anni parlava già svedese, russo, francese, inglese e tedesco. Dopo aver viaggiato intorno al mondo, trovò un impiego a Parigi presso il laboratorio privato del famoso chimico T. J. Pelouze. Lì incontrò il giovane chimico italiano Ascanio Sobrero che, solo pochi anni prima, unendo alla glicerina acido solforico e acido nitrico, aveva inventato la nitroglicerina. Il risultato, però, troppo instabile, era stato considerato pericoloso e gli studi abbandonati. Nobel decise di riprenderli, prevedendo per questo esplosivo un grande futuro nell’applicazione tecnica e commerciale. Per molti anni condusse esperimenti per dimostrarne l’efficacia e, nel 1864, uno di questi provocò la morte del fratello Emil e di altre 4 persone. Già il padre Immanuel, imprenditore, era rimasto paralizzato a causa di un’esplosione. La grande idea arrivò per caso: osservando alcune gocce cadere al suolo, Nobel scoprì che la nitroglicerina, a contatto col terriccio, si stabilizza invece di esplodere. Si viene a creare così un composto malleabile, trasportabile e sicuro: nel 1867, registrato il brevetto, divenne ufficialmente padre della dinamite. Egli sperava di utilizzare la sua invenzione per scopi pacifici (scavare tunnel, rimuovere frane, aiutare i minatori), ma i militari se ne impossessarono e la trasformarono in strumento per distruggere e uccidere. Il dolore e la delusione sconvolsero Nobel che, per rimediare a tutto il male causato dalla dinamite, il 27 novembre 1895 fece redigere a Parigi il suo testamento nel quale stabilì che gli interessi dell’immensa fortuna da lui accumulata negli anni (circa 9 milioni di dollari dell’epoca) dovevano essere investiti, da un istituto appositamente creato, per premiare ogni anno i maggiori benefattori dell’umanità. Così dopo la sua morte (avvenuta nell’amata Sanremo il 10 dicembre 1896) venne istituita la Fondazione Nobel che, seguendo le ultime volontà dello scienziato, istituì i famosi premi, consegnati a partire dal 1901 e destinati alle più importanti scoperte nei campi della medicina, della fisica e della chimica. Vennero anche istituiti un premio per la letteratura, probabile retaggio delle velleità letterarie del giovane Nobel, e uno per chi si fosse particolarmente distinto nel contribuire alla pace nel mondo. Nel 1968, per iniziativa della Banca di Svezia, si aggiunse un sesto premio, quello per l’economia, che non è però finanziato dalla Fondazione. A parte quello per la pace, consegnato a Oslo (e tuttora non è ben chiaro perché Nobel abbia voluto che questo premio fosse conferito dal re di Norvegia), tutti i premi Nobel sono consegnati dal re di Svezia allo Stockholms Konserthus il 10 dicembre di ogni anno, anniversario della morte di Alfred Nobel. Dopo la cerimonia tutti i premiati, assieme ai vincitori delle passate edizioni e a diversi esponenti delle case reali europee, partecipano a un banchetto di 1.200 invitati durante il quale ogni vincitore ha l’onore di sedere accanto al rappresentante di una casa reale. Il menù del banchetto viene poi riproposto per tutto l’anno successivo dal ristorante Stadshuskällaren, in Municipio, dove si può gustare anche il famoso gelato Nobel. Gli addobbi floreali sono ancora oggi forniti dalla città di Sanremo, nella quale Nobel ha passato i suoi ultimi giorni di vita. I premi consistono in un diploma, una medaglia e 10 milioni di corone svedesi, poco più di un milione di euro (nel 1901 la somma era di 170.000 corone, ed è stata nel tempo rivista in base al valore reale della moneta). Le medaglie sono in oro 18/24 carati e riportano sul fronte il profilo e le date di nascita e morte di Alfred Nobel (con alcune differenze a seconda delle categorie). Nel 1975 c’è stato un fatto curioso: sono stati premiati per l’economia l’americano Tjalling Koopmans e il russo Leonid Kantorovich, ma per un banale errore le medaglie son state scambiate. Ci sono voluti 4 anni di delicate trattative diplomatiche per far tornare le due medaglie ai rispettivi proprietari. A ottobre vengono ufficialmente annunciati i vincitori in una rosa di candidati di norma piuttosto ampia. Quest’anno è stato stabilito il record di 173 candidature per il Nobel per la pace; tra queste, quella di Bush jr, Tony Blair, Jacques Chirac, papa Giovanni Paolo II e Bono Vox, leader degli U2. I premi sono riservati alle persone e possono essere conferiti a un massimo di tre studiosi contemporaneamente. Quello per la pace, invece, può essere assegnato anche a un’istituzione. Negli anni numerose sono state le organizzazioni internazionali gratificate da questo riconoscimento: la Croce Rossa internazionale, premiata più di una volta, l’Unicef, Amnesty International, Medici Senza Frontiere e, nel 2001, anche le Nazioni Unite, nella persona del suo segretario Kofi Annan. Molte anche le persone che hanno contribuito alla pace nel mondo e che hanno lasciato un segno nella storia del secolo scorso: Martin Luther King, Madre Teresa, il Dalai Lama Tenzin Gyatso, Mikhail Gorbachov, Nelson Mandela e i presidenti degli Stati Uniti Theodore Roosevelt ed Henry Kissinger. Fino a oggi più di 700 persone hanno ottenuto questo riconoscimento, ma solamente in 4 l’hanno ricevuto due volte: Marie Curie nel 1903 per la fisica e nel 1911 per la chimica; Linus Carl Pauling nel 1954 per la chimica e nel 1962 per la pace; John Bardeen nel 1956 e nel 1972 per la fisica; Frederick Sanger nel 1958 e nel 1980 per la chimica. Tutti i vincitori nella storia del Nobel sono oggi celebrati in una mostra organizzata a Stoccolma nel 2001 in occasione del centenario dei Nobel. Da allora sta facendo il giro del mondo. Dopo Oslo, Tokyo, Seul, Houston, Chicago e Kuala Lumpur, è la volta dell’Italia che la ospita a Palazzo Strozzi, Firenze, fino al prossimo 2 gennaio. Poi tornerà negli Usa, a New York e San Francisco. La mostra, intitolata Beautiful Minds. Premi Nobel. Un secolo di attività, dà ampio spazio alla celebrazione dei diciannove premi Nobel italiani ed è stata ufficialmente inaugurata il 15 settembre con una grande cerimonia nel fiorentino Palazzo Vecchio, condotta da Alessandro Cecchi Paone. All’evento hanno partecipato il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, grandi nomi della cultura italiana, tra i quali Umberto Eco, e alcuni Nobel italiani. La manifestazione ha avuto come sponsor tecnico, fra gli altri, MT Channel (sulla piattaforma di Sky), che produrrà e realizzerà due filmati per l’occasione. Il premio Nobel dà grande prestigio alla persona che lo riceve, ma anche alla nazione del vincitore. Di qui, spesso, grandi polemiche. Alcuni il premio lo hanno anche rifiutato, come Jean-Paul Sartre, nel 1964 (letteratura): lo considerava troppo vicino agli ideali del blocco occidentale, del tutto divergenti rispetto ai suoi. I due scrittori russi Aleksandr Solzhenitsyn e Boris Pasternak, invece, non lo hanno ritirato. Nel ’58 i sovietici minacciarono l’esilio a Pasternak e così lo scrittore non poté ritirare il premio per Il Dottor Zivago. Tutto questo naturalmente nulla toglie alla grandezza delle persone che, grazie al loro coraggio, alle loro idee, al loro impegno, hanno avuto il merito di essere iscritte nell’esclusiva élite dei Benefattori dell’Umanità.