Giampaolo Visetti, "la Repubblica" 27/2/2004., 27 febbraio 2004
Come tutto ciò che oggi conta in Russia, anche "Nafta Moskva" è un intreccio di managerialità, mistero, gioventù, business, appoggi politici e desiderio di apparire
Come tutto ciò che oggi conta in Russia, anche "Nafta Moskva" è un intreccio di managerialità, mistero, gioventù, business, appoggi politici e desiderio di apparire. Il tutto concentrato in poche mani: quelle degli oligarchi che, lungo gli anni Novanta, al grido di "privatizzazione" si sono di fatto appropriati dell’ immenso patrimonio pubblico dell’ ex Urss. "Nafta Moskva" non è così solo il più importante trader del petrolio russo, con un giro d’ affari di 9,5 miliardi di dollari all’anno e un giro annuo da 45 milioni di tonnellate di greggio, ma è ormai parte di una gigantesca holding degli affari. Attraverso tre ragazzi d’oro, il deputato imprenditore daghestano Sulejman Kerimov, il re dell’auto e dell’ acciaio Oleg Deripaska e il magnate di petrolio e gas Roman Abramovich, il gruppo finanziario-industriale controlla il mercato assicurativo e bancario, quello della pubblicità televisiva e della distribuzione dei giornali, il settore di gas, petrolio e acciaio: possiede inoltre una compagnia aerea e alcune centinaia di stazioni di servizio in Finlandia e Germania.