Varie, 26 ottobre 2005
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Ricolfi Luca
• Torino 1950. Sociologo. Politologo. Docente di Analisi dei dati all’Università di Torino. Fondatore dell’Osservatorio del Nord-Ovest, editorialista della Stampa e di Panorama. sposato con la scrittrice Paola Mastrocola • «[...] il celebrato autore di Perché siamo antipatici? e [...] Tempo scaduto [...]» (chr.ro., ”Il Foglio” 16/2/2006) • «[...] autore di saggi che hanno fatto il quarantotto nella bonaccia della politica italiana (Perché siamo antipatici, sull’arroganza della nostra sinistra, o Il sacco del Nord, sulla giustizia territoriale) [...]» (Alberto Papuzzi, ”La Stampa” 16/4/2010) • «[...] dichiaratamente di sinistra ma sempre tanto scomodo [...]» (Raffaella Polato, ”Corriere della Sera” 26/1/2010) • «Benché sia di sinistra [...] è stato a volte citato con soddisfazione dalla stampa di centrodestra, mentre ha raccolto critiche piuttosto aspre in campo progressista. Due i suoi ”peccati” agli occhi, per esempio, di Eugenio Scalfari. Il primo è aver preso sul serio il ”contratto con gli italiani” siglato da Silvio Berlusconi nel 2001, pur concludendo, nel volume Tempo scaduto (Il Mulino), che era rimasto in larga misura inadempiuto. Il secondo è aver posto in risalto e fustigato la presunzione di molta sinistra, in un libro significativamente intitolato Perché siamo antipatici? (Longanesi). [...]» (Antonio Carioti, ”Corriere della Sera” 4/2/2007) • «[...] nel campo progressista si è guadagnato il titolo di guastafeste soprattutto dopo la pubblicazione di un libro spietato, Perchè siamo antipatici? La sinistra e il complesso dei migliori, uscito a settembre 2005 da Longanesi. In quel volume [...] tra imotivi della scarsa credibilità politica della sinistra ne individua uno, il senso di superioritàmorale, che accomuna soprattutto gli intellettuali, gli stessi che tacciono quando la propria parte politica commette degli errori [...]» (Dino Messina, ”Corriere della Sera” 5/1/2006) • «[...] A me parlando di radical chic vengono in mente Asor Rosa e Rossana Rossanda o alcuni membri del gruppo di MicroMega, salvando al suo interno ad esempio un personaggio come Marco Travaglio, che è di destra ma ha il coraggio di esser critico senza pregiudiziali ideologiche. L’errore della nostra generazione, io sono nato nel 1950, e di una parte della sinistra non è di aver partecipato ad alcune battaglie negli anni della contestazione, ma di aver continuato a pensare nello stesso modo, a perseguire gli stessi obiettivi, quando la realtà era mutata. Questo immobilismo, questo vivere in un guscio autoreferenziale che non tiene conto dei grandi cambiamenti, noi scienziati sociali lo chiamiamo ”esposizione selettiva all’informazione” [...] figure di riferimento oggi? Penso a intellettuali e politici senza etichette. Penso a un politologo come Giovanni Sartori, che di suo non è un rivoluzionario, o a un economista come Mario Monti. Sono figure trasversali, bipartisan si direbbe, che cercano di vedere la realtà per quella che è” [...]» (Dino Messina, ”Corriere della Sera” 26/10/2005).