Varie, 22 maggio 2005
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Klein William
• New York (Stati Uniti) 19 aprile 1928. Fotografo • «[...] il graffio e il pugno in faccia, il caos e la violenza che le istantanee di questo maestro della fotografia, celebre per i suoi libri su New York, Parigi, Roma, Tokyo riflettevano in maniera così ruvida e immediata, tanto da aver costituito, fin dagli anni Cinquanta, un modello antitetico all’eleganza discreta di Henri Cartier-Bresson. [...] “[...] Adoravo Federico Fellini. Volevo fargli omaggio del mio libro su New York. Ma lui lo aveva già, me lo mostrò. Incredibile, lo teneva sul comodino vicino al letto. Simpatizzammo subito. Mi chiese se volevo fargli da assistente. Che vuol dire? ‘Che se mi sento male, giri tu’, rispose. Accettai”. Purtroppo la produzione andava a rilento. Il film era Le notti di Cabiria. E così Klein, all’epoca squattrinato quanto intraprendente, approfittò del tempo libero per realizzare il suo primo libro fotografico su Roma. [...] “Allora era facile avere accesso anche gli artisti più famosi”, ricorda Klein. Divenne amico di Zavattini e di Moravia. Flaiano e Pasolini si offrirono di scrivere la presentazione del libro, distribuito in Italia da Feltrinelli. “Gian Giacomo era mio amico e lo è restato fino alla morte. Avevamo la stessa età, mi ospitò a Roma a casa sua, in via Archimede”. Il bello è che nella vita di Klein tutto sembra capitare per caso. È stato così anche con la fotografia. “Ero un pittore influenzato da Rodchenko, Man Ray e i dadaisti, consideravo la fotografia un mezzo d’espressione limitato, troppo sentimentale. È la politica che mi ha fatto cambiare idea. Volevo documentare ciò che stava accadendo a New York in quegli anni violenti e vitali”. E Roma? “È stata una scommessa. Volevo vedere cosa la fotografia riusciva a svelare di una città che non conoscevo”. [...]» (Alberto Dentice, “L’Espresso” 26/5/2005).