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 2005  maggio 20 Venerdì calendario

Cameron David

• Londra (Gran Bretagna) 9 ottobre 1966. Politico. Da fine 2005 leader dei conservatori (Tory), dal maggio 2010 premier inglese • «[...] aveva 23 anni quando Margaret Thatcher lasciava Downing Street e pochi di più quando Blair vi entrava per la prima volta nel 1997. [...] è un piccolo, grande fenomeno mediatico. La vera novità venuta dal nulla ad ossigenare un confronto politico che da troppo tempo si svolgeva tutto all’interno dei confini laburisti, con l’eterna staffetta Blair-Brown e il conflitto tra le varie anime del partito di governo. Di Cameron si lodano le grandi capacità comunicative, la sobria gestione dell’agiatezza familiare, la pesante responsabilità di padre di un bambino disabile. Fino a scoprirne persino un lontano lignaggio reale, frutto della discendenza da uno dei dieci figli che Guglielmo IV ebbe dalla propria amante Dorothea Bland. Tutt’altra cosa, lasciano intendere gli appassionati di araldica sulla stampa inglese, dal salumiere o dal trapezista da circo che diedero i natali rispettivamente a Margaret Thatcher e John Major. [...]» (Andrea Romano, ”La Stampa” 7/12/2005) • «[...] ragazzo ottimista, disinvolto, carismatico, che vuole trasformare il partito Tory finora ”così rancoroso”, che ama ”la Gran Bretagna che c’è, non quella che c’era” [...] Cameron sembra una generazione avanti: rifiutandosi di dire se abbia mai preso droghe pesanti, perché tutti hanno diritto a un proprio passato, lancia una sfida ai bacchettoni. Anche il suo privato conta: ha una figlia gravemente disabile, che non nasconde ma non ostenta, eppure affronta la vita con ottimismo. [...]”» (Alessio Altichieri, ”Corriere della Sera” 7/12/2005) • «[...] un leader politico giovanile, telegenico, sorridente, che riempie i discorsi di parole come ”compassione” e ”progresso”, tiene la barra al centro e aspira a ”un futuro migliore”. Non si chiama Tony Blair, ma gli somiglia: non per nulla il soprannome di David Cameron [...] è ”Tory Blair”. [...] ha lo stesso pregio di Blair: parla magnificamente a braccio, è rilassato e ironico davanti alle telecamere, piace istintivamente al pubblico. [...] promette di ”riformare” il partito, esattamente come fece Blair: se il Labour si trasformò in ”New Labour”, gettando alle ortiche marxismo e sindacalismo, i nuovi Tory [...] daranno al Regno Unito un ”moderno conservatorismo compassionevole”, dove l’accento è su ”modernità” e ”compassione”, termini che in passato non erano esattamente i cavalli di battaglia della destra britannica. In breve, David Cameron cerca di imitare il modello del Blairismo, spostando al centro i conservatori per riconquistare i voti perduti [...] ”In questo Paese”, ha affermato [...] ”la gente non ha mai rifiutato i valori conservatori. Ha semplicemente rifiutato il partito conservatore”. [...] Cameron mira a riprendersi i valori della destra, espropriando a sua volta qualcosa alla sinistra: ”compassione”, il suo eufemismo per solidarietà, e ”giustizia sociale” [...] Almeno a parole, insomma, David Cameron è il primo dei successori della Thatcher triturati uno dopo l’altro da Blair (Major, Hague, Duncan Smith, Howard) a segnalare un rinnovamento nella destra britannica. [...]» (Enrico Franceschini, ”la Repubblica” 7/12/2005) • «[...] è stato il consigliere principale per l’opt out, il ”chiamarsi fuori” da Maastricht nel ’92, poi diresse la Carlton TV e alla fine nel 2001 entrò nella Camera dei Comuni, è stato capo dello staff di Howard e ha steso il manifesto elettorale Tory del 2005. Uno dei suoi figli è affetto da paralisi cerebrale e quindi ha esperienza personale nei ”bisogni speciali” in scuole e ospedali. [...]» (Richard Newbury, ”La Stampa” 20/5/2005) • «[...] Giovane, dinamico e ovviamente di bell’aspetto, Cameron è la punta di quella che i giornali britannici chiamano ”la banda di Notting Hill”: una nuova guardia cresciuta negli anni del benessere, che non sembra preoccuparsi troppo di tener viva la fiamma della mitologia thatcheriana e che sceglie piuttosto di incalzare il New Labour sul proprio terreno. Quello della capacità di liberare le potenzialità del Paese dai vincoli del corporativismo e dell’assistenzialismo, offrendogli maggior benessere in cambio di maggiore responsabilità. [...]» (Andrea Romano, ”La Stampa” 7/10/2005) • «[...] ha una biografia così elitaria che, dopo la ventata borghese e moderna della Thatcher e di Blair, non si pensava più proponibile. Nato da un ricco broker della City, Ian Donald, e da Samantha, figlia di un baronetto, ha studiato prima a Eton, la scuola più ambita del regno, e poi a Oxford, dove s’è laureato a pieni voti in Filosofia, Politica ed Economia (si può, in Inghilterra). Ha moglie, due figli, una passione per i cavalli e la caccia, e un giro di amicizie, nei quartieri alla moda, noto con il nome di ”Notting Hill set”. , come si dice, ”posh”. Ma soprattutto [...] offre al partito un salto di generazione. E ci scherza: ”Qui non si tratta di trovare un leader giovane, energico, vigoroso. Anche se, a pensarci bene, non è una cattiva idea”. Già questo era una novità: ma poi c’era stata la questione della droga, a stupire sull’evoluzione del partito. Cameron infatti aveva colpito dal congresso di settembre, parlando a braccio, e sicuro di sé. Ma poi erano circolate brutte voci: s’era parlato di droga, d’un passato da nascondere. I giornali hanno fatto domande, e la domanda è arrivata a lui stesso, durante un programma tv: ha preso droghe pesanti, tipo eroina o cocaina? Secca e insolita la risposta: ”Come tanti, all’università ho avuto i miei eccessi. Ma non ho intenzione di rispondere a questa domanda. Anche gli uomini politici hanno diritto a una vita privata, e ciò che è passato è passato”. Pareva l’inizio della fine, invece è stato un successo: solo i tabloid più maligni hanno insistito nel seminare dubbi, finché il principale avversario nella corsa alla leadership, David Davis, ha dovuto smentire d’essere l’ispiratore della campagna di stampa. Sentenza dei giornali: Cameron è un tipo che non si piega alle pressioni. [...]» (Alessio Altichieri, ”Corriere della Sera” 20/10/2005).