Varie, 22 aprile 2005
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LISSNER Stéphane Parigi (Francia) 23 gennaio 1953. Sovrintendente alla Scala (dall’aprile 2005) • «Uomo di musica e di teatro (ma non estraneo al mondo politico) [
LISSNER Stéphane Parigi (Francia) 23 gennaio 1953. Sovrintendente alla Scala (dall’aprile 2005) • «Uomo di musica e di teatro (ma non estraneo al mondo politico) [...] è abile, ambizioso, preparato. [...] genitori ungheresi immigrati [...] Il primo teatro lo dirige quando ha 20 anni (il parigino e scomparso Thêàtre Mecanique), ma sarà l’ultimo, il più importante: dal 1988 al 1998 Lissner è alla testa dello Châtelet. Quando lo prende in mano è un teatro musicale molto parigino, con un passato di programmazione di operette e commedie musicali. In dieci anni Lissner né farà una scena internazionale con un ruolo di creazione e di innovazione. E dire che il momento non è favorevole: poco distante dallo Châtelet avanza la costruzione di quello che nei piani del governo dovrà diventare il tempio francese della musica, la scena più all’avanguardia d’Europa: l’Opéra Bastille. Lissner non parte quindi favorito. Chirac è sindaco di Parigi, ma Mitterrand è il presidente della Repubblica. Il braccio di ferro tra destra e sinistra si gioca anche in palcoscenico. Alla testa delle due Opéra (Bastille e Garnier) Mitterrand nomina Pierre Bergé che si rivelerà non all’altezza della situazione. Il mancato decollo della Bastille lascia la pista libera a Lissner. Sarà la sua fortuna. Tanto che, da teatro municipale, lo Châtelet diverrà (e resterà per dieci anni) il punto di riferimento e di incontro internazionale dei direttori e dei registi più importanti. Nell’89, anno di inaugurazione della Bastille, Lissner ”spara” un Fidelio con Strehler e Maazel, ma negli annali dello Châtelet resteranno anche il Wozzek di Chéreau-Boulez nel ’92 e un ÿ di Strosser-Tate nel ’94. Dopo Châtelet arriva il festival lirico di Aix-en-Provence. Lissner ne prende la guida nel ’98 (fino al 2009), alla cinquantesima edizione, e nel giro di sei anni triplica il budget [...]. Furbo e con pochi scrupoli (nell’ambiente teatrale francese c’è chi non esita a definirlo un ”requin”, uno squalo), Lissner ha lavorato sempre molto bene, ma sempre con molto denaro. La sua abilità a circondarsi di un clan di primissimo ordine (Chéreau, Boulez, Braunschweig, Rattle, Gruber, Barenboim...) la deve al rispetto che manifesta agli artisti. Nel 2003, l’anno della crisi degli intermittenti dello spettacolo, interrompe il festival di Aix perché non può più garantire serenità ai musicisti (e al pubblico), e una volta, parlando dell’Europa, accusa l’Unione di ”praticare una politica culturale, ma non artistica. L’artista è messo in disparte” dice. Sempre nel ’98 si affianca a Peter Brook nella direzione artistica delle Bouffes du Nord, altro teatro pubblico [...] che rinnova con musica e con scelte coraggiose (come [...] le straordinarie letture pomeridiane di Chereau, Le memorie del sottosuolo di Dostoevskij, prima di uno spettacolo). E dal 2002 è anche direttore della Madeleine, teatro privato nel quale è attualmente in scena un´operetta. [...]» (Laura Putti, ”la Repubblica” 22/4/2005).