Varie, 7 aprile 2005
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Spurlock Morgan
• Parkersburg (Stati Uniti) 7 novembre 1970. Regista • «[...] nel gennaio del 2004 - venne presentato e premiato al Sundance il suo documentario Super Size Me [...] ha percorso il tappeto rosso degli Oscar come candidato (sconfitto) [...] la storia, interpretata dallo stesso Spurlock, è quella di un uomo che per trenta giorni si nutre solo fast food, per lo più nella catena McDonald, ingrassando di oltre 12 chili: la sua cronaca denuncia gastronomica, corredata di referti medici per danni al cuore, alle arterie, al sangue, ha avuto un effetto bomba in America, ma non solo. Dice lui: ”Le lettere erano e sono di insulti (’Sei in malafede’) , ma anche di complimenti(’Mi hai cambiato la vita’) ; e di inviti da tutti gli States per andare a mangiare fast food, ma con dosaggio di proteine: nelle loro case, nei loro ristoranti, da McDonald, al Pollo Loco e persino in Jamaica dove c’è la versione locale di Mac Donald, ossia Jellebee”. Spurlock lo ha raccontato agli Oscar, dove era apparso in perfetta forma: ”Lo devo alla ginnastica e a un calcolo preciso delle proteine che mi occorrono e che ovviamente non ho rispettato per i trenta giorni del film”. Lo ha ripetuto alle presentazioni del suo volumetto Non mangiate questo libro in tutta Los Angeles. andato a illustrarlo anche di fronte alle scuole. ”Ma i ragazzi ammette mi prendono in giro invitandomi a mangiare hot dog nei loro chioschi preferiti”. ”Ho girato il documentario - ribadisce - per insegnare alla gente una corretta alimentazione e metterla in grado di difendersi. La provocazione non era rivolta in modo frontale alle multinazionali del cibo, con molte colpe per la disinformazione sugli zuccheri e sui grassi, ma ai consumatori. A partire dalla proiezione evento al Sundance, la mia prima domanda è stata: ’Quante volte alla settimana andate nei fast food?’. Nel 2004, i ragazzi mi rispondevano: ’Tre, quattro volte’. Ora invece mi dicono: ’Al massimo due’. Volevo generare maggior consapevolezza e denunciare la dipendenza senza protezioni dal fast food. La pubblicità del super size hamburger è diminuita: il mio documentario è il primo diet film” [...] a Park City, passando di mano al nuovo premiato la vittoria come miglior regista, ha invitato la stampa al ristorante, ordinando hamburger ”chili cheese” con patatine, i suoi preferiti. ”Ne mangio uno ogni tre mesi. Lo ripeto a chi definisce Super Size ’irrealistico’ con quella monoalimentazione per trenta giorni. una frustrata educativa, un docudrama: è stato venduto nel mondo. Ora lascio che parli solo Super Size Me: la sua provocazione è stata compresa e il documentario è ormai un vero radar della salute”» (G. Gs., ”Corriere della Sera” 7/4/2005).