Andrea Colombo, ཿil manifesto 4/2/2005, 4 febbraio 2005
L’elenco potrebbe continuare a lungo. Colombo: "Non c’è argomento, non c’è tema grande o piccolo che il segretario non tratti nella sua relazione, sempre con lo stesso tono burocratico e dimesso, sempre affrontandolo da due punti di vista opposti, spesso difficilmente coniugabili e comunque senza mai spiegare come intenda coniugarli
L’elenco potrebbe continuare a lungo. Colombo: "Non c’è argomento, non c’è tema grande o piccolo che il segretario non tratti nella sua relazione, sempre con lo stesso tono burocratico e dimesso, sempre affrontandolo da due punti di vista opposti, spesso difficilmente coniugabili e comunque senza mai spiegare come intenda coniugarli. Alla fine resta la sensazione che nella sua visione proprio questo sia ”il riformismo” nominato almeno cento volte: la capacità di ricucire ogni contraddizione senza mai dover scegliere, cogliendo il meglio di ogni aspetto per pacificare ogni conflitto e trasformarlo in elemento propulsivo. Ripetuto con frequenza ossessiva, il richiamo al ”riformismo” acquista così un sapore taumaturgico. Più che una qualche politica concreta richiama una magica pietra filosofale".