] J. o., ཿIl Messaggero 10/3/2005, 10 marzo 2005
APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 14 MARZO 2005
La demagogia non costa niente: lo psicodramma dazi.
Dal primo gennaio l’industria tessile europea non è più protetta dal cosidetto accordo multifibre. Ovvero non ci sono più limiti alle importazioni di prodotti tessili. Risultato: nei primi due mesi dell’anno sono arrivate sugli scaffali di negozi e bancarelle molte più camicie, magliette, pullover, biancheria intima e reggiseni made in China, con incrementi dal 20 al 788%. L’impennata è dovuta anche al calo dei prezzi, fino al 136%. Prendiamo le importazioni di scarpe: grazie a un prezzo medio di 2,36 euro che arriva a 10,38 per quelle in pelle o cuoio (dati Anci), sono salite del 1.000 (mille) per cento. Gli industriali italiani dicono che si tratta di costi inferiori a quelli delle sole materie prime utilizzate, ovvero accusano la Cina di esportare sottocosto (dumping) per mettere fuori dal mercato i concorrenti europei. A sostegno della loro tesi, citano la costante diminuzione dei prezzi medi: -12,6% nel 2002, -17,3% nel 2003, -10,6% nel 2004.