Varie, 12 marzo 2005
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Crosby David
• (David Van Cortland) Los Angeles (Stati Uniti) 14 agosto 1941. Musicista. Prima con i Byrds, poi con Stills, Nash e Young, ha scritto la storia del rock. «[…] Di solito i giornalisti ci chiedono di Woodstock, pensano che quello sia stato il momento decisivo. Ma non è così. Per me la cosa più importante della vita è stata incontrare Graham Nash e cantare con lui la prima volta. Come scoprire Joni Mitchell, ancora sconosciuta, che cantava in un locale, oppure incontrare mio figlio James, suonare con lui la prima volta. Quello è stato davvero un momento incredibile perché lui è veramente un musicista fantastico. E io sono suo padre, è meraviglioso. I momenti più importanti sono quando alcune persone sono entrate nella mia vita e c’è stata subito magia […] Graham sopra tutti, mio figlio James, Michael Hedges, lui mi ha completamente fatto esplodere il cervello. E poi Miles Davis, John Coltrane. Miles una volta è venuto da me e mi ha detto: “Hey sono Miles Davis” e io gli ho detto “Sì? lo so chi sei tu”. Comunque è stato uno dei miei eroi. Come eroe c´è sicuramente Hendrix, e di lui ancora penso sia un intoccabile […] Quando ho visto Hard Day’s Night, anzi anche prima quando ho sentito Meet The Beatles (la versione americana di With the Beatles n.d.r.) ero ancora un cantante folk e mi sono detto: “Non si può fare questo! Oh mio Dio, l’hanno fatto?! Ma come hanno fatto!?”. E da quel momento volevo fare la stessa cosa […] Ora bisogna suonare jazz per poter incontrare altri veri musicisti, gente che vuole suonare vera musica. Il pop non lo fa più, si basa soprattutto sull’apparire. È colpa di Mtv e Vh1. Quando sono nati questi canali abbiamo pensato tutti: “Grande! Ora le nostre canzoni saranno ancora più forti, più potenti e belle!”. E invece non è stato così. In pochissimo tempo tutto è cambiato, invece di essere un´esperienza musicale è diventata un’esperienza teatrale, e improvvisamente è diventato importante solo l’apparire. Per questo ora c’è tutta questa gente che non sa scrivere, non sa cantare, non sa parlare. Gente che si limita a mettere il nastro e a ballare. È un trucco, questi non hanno niente da dire a nessuno. Non vogliono comunicare, vogliono solo far vedere quanto sono carini […]» (Gino Castaldo, “la Repubblica” 12/3/2005).