Gian Luigi Beccaria, ttL 5/3/2005, pag. 8., 5 marzo 2005
Censura. «La censura letteraria, ai tempi delle dominazioni straniere in Italia era certo una cosa iniqua ma avea anche un lato non cattivissimo
Censura. «La censura letteraria, ai tempi delle dominazioni straniere in Italia era certo una cosa iniqua ma avea anche un lato non cattivissimo. Lo scrittore con quello spauracchio dinanzi non scriveva, come oggi si fa, senza pensarci più che tanto ma pesava e vagliava le sue frasi: e tutti sanno che novanta volte su cento il secondo pensiero, a non parlare de’ successivi, è migliore del primo. Si aggiunga che nel lavoro di revisione in polizia s’incontravano non sempre, ma meno raramente di quanto si creda, censori che con una critica anticipata e non solo politica, utile assai, miglioravano i lavori. Il desiderio poi di dir tutto quanto si aveva in animo di patriotico e grande, nonostante gli occhiali e le forbici delle censure, faceva trovare agli scrittori finezze di frase che altrimenti non avrebbero pure cercate» (Carlo Dossi, "Note Azzurre").