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 2005  marzo 10 Giovedì calendario

Sablich Sergio

• Bolzano 7 luglio 1951, Firenze 7 marzo 2005. Musicologo • «[…] musicologo, critico e organizzatore musicale di vaglia […] Si era affermato come critico musicale per ”La Nazione”, ”Il Giornale” e ”La Voce”. […] Era direttore artistico dell’Orchestra Regionale Toscana e del festival internazionale di musica sacra Anima Mundi di Pisa, dopo aver svolto analoga attività per l’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai dalla fondazione fino al ”98. Ha lavorato bene, a Torino, preoccupandosi che la neonata formazione masticasse quanto più possibile il repertorio tradizionale, onde acquisire quell’identità sinfonica che le permette di affrontare oggi con disinvoltura le partiture moderne e contemporanee. All’Opera di Roma – dove è stato sovrintendente per una sola stagione (1998⁄.99) e alla Scala, dove è stato consulente artistico negli ultimi anni – è rimasto invece troppo poco tempo perché potesse realizzare le proprie idee. Titolare di Storia della Musica presso diversi Conservatori e docente alle Università di Parma e Milano (IULM), sarà ricordato per la validità dei suoi contributi musicologici. Ha scritto diversi saggi, tra i quali vanno senz’altro menzionate le monografie su Busoni, Petrassi, Dallapiccola e il […] godibilissimo L’altro Schubert: volumi di cui si apprezza l’equilibrio critico e la passione del ricercatore che non ha secondi fini ideologici. Una bella, integra, figura di studioso che non frequenta solo archivi e biblioteche ma è aperto alla vita musicale del suo tempo. […]» (Enrico Girardi, ”Corriere della Sera” 10/3/2005). «[…] un musicologo originale e […] un instancabile organizzatore musicale. L’acutezza del pensiero, la limpidezza dell’eloquio e della scrittura erano maturate con l’autodisciplina e il contatto con maestri rigorosi: nato a Bolzano da esuli fiumani, Sablich si era trasferito con la famiglia a Firenze, conoscendo da vicino un compositore severo come l’istriano Luigi Dallapiccola, che diverrà un riferimento nei suoi studi, culminati nella biografia edita […] dall’Epos, nella collana diretta dal medesimo Sablich. Dallapiccola gli aveva fatto scoprire un altro musicista rigoroso, Ferruccio Busoni, sul cui incompiuto Doktor Faust Sablich redasse la propria tesi di laurea, dedicando poi all’autore il fondamentale volume pubblicato dalla Edt. Come Busoni, anche Sablich visse a cavallo fra la cultura musicale italiana e quella tedesca, mai disgiunta dal fatto esecutivo: in uno stage alla Bayerische Staatsoper di Monaco venne in contatto col direttore Wolfgang Sawallisch, che fu per lui come un padre spirituale e del quale curò l’autobiografia in edizione italiana per Passigli. Anche Schubert fu al centro dei suoi interessi, prima con la traduzione del volume di Paumgartner, poi con il recente, innovativo saggio L’altro Schuber, pubblicato dalla Edt. Penna a volte graffiante nella critica musicale, fu alla ”Nazione” vice di Leonardo Pinzauti con Daniele Spini, passò al ”Giornale”, seguendo infine Montanelli alla ”Voce”. Benché fedele a mensili come ”Musica viva” e ”Il Giornale della Musica”, abbandonò la critica in favore delle direzioni artistiche, assumendo quella dell’Orchestra Sinfonica di Torino della Rai e dovendo gestire la traumatica fusione con gli altri complessi radiotelevisivi, che nel 1994 diede vita all’attuale Orchestra Sinfonica Nazionale, spronata da Sablich chiamando direttori di gran calibro. Artisticamente legato a Giuseppe Sinopoli, accettò nel ”98 la sua proposta di diventare sovrintendente al Teatro dell’Opera di Roma, un’esperienza difficile e breve, cui presto sostituì altri incarichi di natura più musicale, consulente artistico al Teatro alla Scala e direttore artistico all’Orchestra della Toscana, da ultimo la creazione del festival sacro ”Anima Mundi” a Pisa. Nel frattempo Sablich continuò a insegnare al Conservatorio di Firenze, aggiungendo altre docenze, come quella […] all’Università di Parma. Nulla l’avrebbe fermato nelle sue passioni: Sergiu Celibidache, andando a Monaco per i concerti sino a firmare il libro di condoglianze, la Juventus e Ingmar Bergman, il suo cinema e il suo teatro: quando spariva, con buona probabilità era a Stoccolma per uno spettacolo» (Giangiorgio Satragni, ”La Stampa” 10/3/2005).