Varie, 9 marzo 2005
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Haradinaj Ramush
• Decani (Serbia) 3 luglio 1968. Politico. Ex premier del Kosovo. Assolto in primo grado dall’accusa di crimini di guerra e contro l’umanità, rafforzando in patria il suo mito di eroe nazionale, il 21 luglio 2010 la Corte d’appello del Tribunale penale internazionale dell’Aia (Tpi) ordinò di rifare il processo • «[…] Emigrato da giovane in Svizzera, campione di kung fu, capo dei servizi segreti Uck, marito d’una giornalista, prima della guerra del 1999 Haradinaj si sarebbe “distinto” nel massacro a Djakovica d’un gruppo di rom che partecipava a un matrimonio. L’allora comandante Ramush avrebbe violentato la sposa assieme ad altri miliziani, lasciando che allo sposo venissero strappate le unghie e ordinando che le vittime, prima della sodomizzazione e della fucilazione di rito, fossero obbligate a mangiare le orecchie mozzate degli invitati al banchetto. Secondo Belgrado, il premier kosovaro avrebbe fatto ammazzare anche una sessantina di civili (40 furono trovati in un lago), fatto saltare un bar di Pec con una bomba (sei adolescenti uccisi), rapito quattro oppositori... Che Haradinaj non sia un angioletto, si sa […] aveva stupito la decisione del presidente Ibrahim Rugova, il “Gandhi dei Balcani”, di nominare premier proprio questo ex ufficiale Uck. “Una provocazione”, disse allora Belgrado. Una scelta infelice, ammise il “ministro” degli Esteri Ue, Javier Solana. […]» (Francesco Battistini, “Corriere della Sera” 9/3/2005) • «[…] premier del governo del Kosovo, accusato di crimini di guerra dal tribunale penale dell’Aja […] “Questo procedimento mi offende. Ma devo accettarlo per il bene del mio paese. Che giustizia è mai quella che tratta combattenti per la liberazione alla stessa stregua degli aggressori, di coloro che hanno distrutto intere nazioni e trasformato questa regione in un cumulo di rovine? La mia incriminazione si basa su colossali menzogne. È il risultato di uno scambio che qualcuno ha fatto con il governo di Belgrado per ottenere l’estradizione di criminali come Karadzic e Mladic”. L’essere primo ministro gli ha solo evitato il disonore dell´arresto in patria.[…] ex capo delle “aquile nere” dell’Uck […] combatteva contro le milizie serbe in qualità di comandante dell’Uck nel distretto sud-occidentale di Peja e di Decani. […] è una delle figure più popolari della guerra di liberazione […] era a capo dei servizi segreti dell’Uck e come tale implicato nelle operazioni più sporche della guerra. Come comandante delle “aquile nere” avrebbe trucidato, il 12 giugno del ’98, un numero imprecisato di rom che partecipavano a un matrimonio nei pressi di Djakovica. I suoi uomini avrebbero fermato la colonna dei gitani festanti trascinandoli tutti in una cantina di un albergo. Dove Haradinaj avrebbe violentato la sposa - poi brutalizzata da altri miliziani - e torturato i restanti ostaggi, poi fucilati. Belgrado imputa al premier dimissionario anche la morte di 40 serbi i cui corpi orribilmente mutilati sono stati ritrovati nel lago di Radonjic. […]» (Renato Caprile, “la Repubblica” 9/3/2005).