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 2005  marzo 08 Martedì calendario

Stonecipher Harry

• Robbins (Stati Uniti) 16 maggio 1936. Manager. Ex presidente della Boeing (fino al marzo 2005) • «Neppure a 11 mila metri di altezza, dove volano i suoi aerei, un uomo è al riparo dai missili micidiali delle lettere anonime. L’amara parabola del moralizzatore abbattuto dai moralisti va in scena questa volta alla Boeing dove il Presidente e ”Ceo”, amministratore delegato della più celebre società mondiale di costruzioni aereospaziali, missili, navette, bombardieri e jumbo, è [...] sorpreso in una relazione con una dirigente della società, denunciata da una lettera anonima. Proprio lui, Harry Stonecipher, l’uomo che in diciotto mesi aveva risanato il gigante azzoppato dalla concorrenza di Airbus [...] e da scandali di commesse militari con il Pentagono, a colpi di machete contro le spese stravaganti, i jet privati, gli autisti, le gratifiche, la corruzione e la dolce vita dei dirigenti, ha conosciuto la parabola dell’’annaffiatore annaffiato”, la vendetta delle vittime. Non ci sono neppure sospetti di reati, di molestie o di mobbing, nella storia del signor Stonecipher, figlio di un minatore di carbone del Tennessee arrivato alla presidenza della Boeing risalendo uno a uno i gradini della corporation. La relazione amorosa con una delle sue dirigenti, dunque con una signora in età perché non si diventa executive alla Boeing da fanciulle, era perfettamente consensuale, pur se non del tutto legittima, perché il Presidente è sposato, padre di due figli e nonno di due adorati nipotini. Della situazione coniugale dell’amica, che è rimasta per ora senza nome, non sappiamo nulla, ma si trattava certamente di persona seria, con laurea in ingegneria e responsabile di un settore produttivo, secondo i pettegolezzi che si ascoltano a Tacoma, il sobborgo di Seattle dove la Boeing ha la sua sede. Ma nella terra del Bene e della Bibbia, in questa America che periodicamente riscopre il proprio inestirpabile vizio puritano, anche una relazione sentimentale tra un Presidente di società privata e una matura collega di lavoro ”viola le norme aziendali di comportamento”, come ha fatto sapere il ”chairman”, il numero due della società, Lew Platt, quando ha chiesto al libertino, a nome del consiglio d’amministrazione, di dimettersi. Neppure i 68 anni di Stonecipher, un’età alla quale una relazione sentimentale potrebbe anche essere giudicata più un merito che una colpa, e l’eccellente lavoro fatto dal figlio del minatore che aveva raddrizzato i bilanci e il valore del titolo azionario della Boeing, lo hanno salvato.[...] Come già il Presidente Carter, che aveva tolto auto di servizio e chaffeur a due terzi dei dipendenti della Casa Bianca guadagnandosi l’imperitura ostilità dello staff, così il figlio del minatore aveva imposto ai suo collaboratori più importanti di volare su aerei di linea, e rinunciare ai comodi jet privati sui quali svolazzavano. Arrivava in ufficio a Tacoma guidando ogni mattina la propria auto, senza autista, per ”dare l’esempio”. Qualcuno ha aspettato, nell’ombra, che il moralizzatore cadesse in qualche peccato. Che questo personaggio integerrimo e incorruttibile, richiamato due anni [...] dal pensionamento per raddrizzare la Boeing scossa dalla turbolenza di vendite calanti e di uno scandalo che aveva mandato il galera un suo alto dirigente insieme con un funzionario del Pentagono, scivolasse su qualche buccia di banana. stato, per lui, l’amore proibito nell’età del tramonto, la colpa che non si perdona in una società che preferisce i bombardieri alle alcove, e ”l’anonimo” l’ha abbattuto. [...]» (Vittorio Zucconi, ”la Repubblica” 8/3/2005). «[...] l’aspetto più singolare di tutta la vicenda, secondo gli analisti, è il fatto che Stonecipher abbia finito per essere la vittima eccellente di una trama da lui stesso ordita. Il dinamico Ceo - figlio di un povero minatore del Tennessee che era riuscito, tra mille sacrifici, a fargli conseguire una laurea breve in fisica in un’università statale - era stato richiamato dal pensionamento nel dicembre del 2003. In sostituzione del dimissionario Phil Condit, figlio del privilegio, reduce dai migliori college Ivy League. Il suo compito: ristabilire la credibilità della compagnia, colpita duramente da uno scandalo relativo ad alcune commesse per l’Aviazione militare Usa, finito con il carcere per due pezzi grossi della società. Per restituire alla società la fiducia degli investitori, Stonecipher si era reinventato come il Torquemada della Boeing, tirandosi addosso l’ira funesta di dirigenti ed impiegati. Una volta al potere, il Ceo aveva vigorosamente ampliato le norme etico morali, costringendo i 160.000 impiegati a firmare accordi che li vincolavano a denunciare qualsiasi comportamento non etico o in qualche modo contrario alle norme amministrative del colosso aerospaziale. La sua tresca amorosa, ironicamente, rientra in questa categoria, come sapeva bene la ”gola profonda” che è riuscita a mettere mano sulle compromettenti lettere d’amore tra lui e la misteriosa amante. Interpellato in merito, l’uomo non ha tentato di mentire o offuscare le prove. [...] Ovviamente Stonecipher è il primo a sapere che quella sua passione durata poco più di un mese viola il codice Boeing di comportamento all’insegna di onestà, integrità ed eticità da lui stesso stabilita nel 2004, ed illustrato nel sito della compagnia. Nei primi commenti istantanei i salotti tv parlano già di un uomo che è il prodotto, lacerato e contraddittorio, di una cultura puritana, ma soltanto nelle parole. ”La sua rigidità era leggendaria”, gongolano i critici che l’avevano ribattezzato ”Hatchet Harry”, ”Ascia Harry”. Tra questi i sindacati, che nel 2000 avevano scioperato per ben 40 giorni contro le politiche del pugno di ferro dell’allora presidente Stonecipher [...]» (Alessandra Farkas, ”Corriere della Sera” 8/3/2005). «Licenziato in tronco per una relazione sentimentale con una donna manager del suo team: una vicenda come quella capitata al capo della Boeing, in Italia è impensabile. Ma anche nell’America dei codici etici aziendali divenuti più vincolanti dopo l’ondata degli scandali finanziari, la rimozione dell’amministratore delegato della maggiore azienda aerospaziale Usa è un caso che non ha precedenti a questo livello. Anche perché Harry Stonecipher era stato richiamato dalla pensione alla fine del 2003 come ”salvatore della patria”, quando il suo predecessore, Phil Condit, era stato travolto dallo scandalo delle commesse militari ottenute corrompendo funzionari del Pentagono. I maligni sostengono che Stonecipher paga non tanto un peccato commesso nella sfera etica quanto il fatto di non essere riuscito, in 15 mesi, a riconquistare i ricchi contratti dell’Air Force, vitali per il futuro della Boeing, sempre più incalzata dall’Airbus nel settore degli aerei civili: era questo, infatti, il primo obiettivo della ”pulizia” ai vertici della compagnia decisa dal consiglio d’amministrazione. Ma proprio il fatto di essere stato presentato agli azionisti e all’opinione pubblica come il manager che avrebbe incarnato il ripristino dei principi etici nella compagnia, ha reso più vulnerabile la posizione di Stonecipher, quando è emerso che egli stesso aveva violato quei principi, sia pure nella sfera sentimentale anziché in quella finanziaria. Avesse recuperato il contratto da 23 miliardi di dollari per i B 767 in versione aereocisterna, sarebbe stato cacciato ugualmente? Difficile rispondere. Ma una cosa è certa: dopo la vicenda Enron e gli altri scandali finanziari, tutte le imprese quotate hanno affrontato il problema della moralità dei loro manager. La stessa legge di riforma dei mercati varata dal Congresso nel 2002 per tutelare i risparmiatori in modo più efficace, la Sarbanes Oxley, impone alle imprese quotate di darsi codici etici vincolanti e di creare canali attraverso i quali i dipendenti possano riferire riservatamente su comportamenti illegali di loro superiori, senza rischiare rappresaglie. Ma anche in America i codici etici funzionano poco: Worldcom, travolta da scandali finanziari e ruberie di ogni tipo effettivamente non aveva un codice etico, ma la Enron lo aveva e non è servito a nulla. Se i vertici non si impegnano in prima persona, se non ci sono sanzioni precise per le violazioni, se da un lato si chiede ai manager prudenza, integrità, rispetto delle regole e dall’altro li si spinge a forme di concorrenza esasperata per migliorare i risultati trimestrali sui quali si gioca il valore del titolo in Borsa, c’è poco da fare. [...] Stonecipher spiegano è stato rimosso perché ignorare le violazioni del ”moralizzatore” avrebbe significato azzerare tutti gli sforzi fatti fin qui. Ma la relazione sentimentale di un uomo sposato può essere paragonata ad una truffa o a un bilancio truccato? Gli americani hanno perdonato a Clinton la relazione con Monica Lewinsky, ma non hanno rinunciato al loro puritanesimo. E, nel mondo degli affari, la relazione sentimentale con un sottoposto, anche se consenziente, fa presumere che il manager in questione stia abusando del suo potere. [...]» (Massimo Gaggi, ”Corriere della Sera” 8/3/2005).