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 2005  marzo 08 Martedì calendario

MARIN Gladys Curepto (Cile) 16 luglio 1941, Santiago (Cile) 6 marzo 2005. Politico • «[...] era il presidente del Partito comunista

MARIN Gladys Curepto (Cile) 16 luglio 1941, Santiago (Cile) 6 marzo 2005. Politico • «[...] era il presidente del Partito comunista. Ma era molto di più. Il grande trobador cubano Silvio Rodriguez, suo grande amico e autore della prefazione della sua autobiografia uscita appena prima della morte - La vida es hoy -, disse e scrisse di lei che ”con la vita di Gladys scorre quella del Cile”. Gladys era una gran donna, è stata la ”pasionaria” cilena. Esplosiva d’energia e d’allegria, durissima come politica e dolcissima come persona. Rivoluzionaria professionale, con tutte i crismi propri dell’ortodossia del Partito comunista, e allo stesso tempo donna che sapeva di essere bella e adorava essere ammirata e esibire la sua bellezza e il suo charme. Un tempo, negli indimenticabili anni ’60 quando era entrata da poco in politica e partecipava alle marce e agli scontri per il Vietnam, furono famose le sue minigonne e le sue gambe tornite divennero un mito fra compagni e avversari. Bella fino al’’ultimo, anche quando la malattia - un tumore maligno e incurabile al cervello - l’aveva ormai colpita e segnata. [...] ha guidato il Partito comunista cileno nella fase più diffcile della sua lunga storia, una fase in cui il Pc è dovuto passare dal ruolo della forza marxista più poderosa dell’America latina agli inizi degli anni ’70 a quello di una forza marginale ed extraparlamentare degli inizi degli anni ’90, dopo il ritorno - allora solo parziale - della democrazia. Da allora il Pc, nonostante abbia mantenuto un radicamento in ambito sindacale e studentesco, non ha più avuto un seggio in parlamento. In parte per i suoi errori e per la crisi del comunismo, in parte per il perverso sistema elettorale binominale imposto dalla costituzione pinochettista dell’80 e incredibilmente ancora intatto. Gladys Marin era nata [...] da un padre contadino e una madre maestra. Lei stessa divenne maestra e prima di entrare nella Gioventù comunista era passata per quella cattolica. A 23 fu eletta per la prima volta in parlamento, poi di nuovo nel ’70 e nel marzo ’73. Dopo il golpe dell’11 settembre il suo nome comparve nella lista dei 100 ”sovversivi” più ricercati dalla giunta militare. Lei passò alla clandestinità e nel dicembre fu obbligata dalla leadership del Pc a rifugiarsi nell’ambasciata d’Olanda a Santiago, dove rimase 8 mesi. Poi l’esilio in Olanda e Costa Rica, e il ritorno in Cile per organizzare la resistenza clandestina. Per anni non poté neppure avvicinare i suoi due figli, rimasti anche orfani di padre, ma solo vederli di tanto in tanto da lontano. A partire dal ’94 fu eletta per tre volte a capo del Pc. Candidata presidenziale comunista nel ’99. Il 12 gennaio ’98, dieci mesi prima dell’arresto di Pinochet a Londra, Gladys Marin presentò la prima denuncia penale per genocidio e sequestro di persona contro l’ex dittatore che era ancora comandante in capo dell’esercito. Sembrava una battaglia persa. Ma la denuncia fu accolta e a istruirla fu designato il giudice Juan Guzman: fu l’inizio della fine per il vecchio macellaio. Nel 2002 i primi sintomi del tumore. Fu operata a Stoccolma dal dottor Inti Peredo,figlio di uno dei compagni del Che in Bolivia, ma la diagnosi fu infausta. Andò a più riprese a Cuba, ospite di Fidel, a curarsi. Ma tutti, a cominciare da lei, sapevano che non c’era niente da fare. [...]» (Maurizio Matteuzzi, ”il manifesto” 7/3/2005).