7 marzo 2005
Fa Antonello, di anni 53. Originario di Furtei (Cagliari), faccione, naso importante, cranio lucido e occhi sorridenti, una vita passata a schivare condanne per ricettazione, bancarotta fraudolenta, assegni a vuoto, reati contro il patrimonio e traffico di droga in Italia e Spagna
Fa Antonello, di anni 53. Originario di Furtei (Cagliari), faccione, naso importante, cranio lucido e occhi sorridenti, una vita passata a schivare condanne per ricettazione, bancarotta fraudolenta, assegni a vuoto, reati contro il patrimonio e traffico di droga in Italia e Spagna. L’ultima punizione ridotta da sei anni a due grazie a un indulto, viveva in un appartamento di Tor Vergata alla periferia est della capitale, continuando i suoi traffici più o meno indisturbato. Lunedì scorso, in giro su una bella Bmw 330 blu assieme a un amico, si ricordò di una certa telefonata che doveva fare. Roba troppo importante da affidare a uno dei suoi due cellulari, preferì puntare la cabina più vicina. Appena il tempo di scendere dall’auto e un tizio col volto coperto da un casco grigio, che forse lo pedinava, scese da uno scooter, parcheggiò, lo raggiunse alle spalle e gli fece schizzar via il cervello con un colpo di pistola alla nuca. Verso le 18.30 di lunedì 28 febbraio sul marciapiede di via di Porta Maggiore, altezza civico 37, nel quartiere Esquilino, a Roma. Tutt’intorno un via vai di gente a far spese nei negozi cinesi.