7 marzo 2005
La storia non si fa con i se. Garton Ash: «Ma sappiamo bene quale fosse la politica estera di Bush prima dell’11 settembre: potenziare la forza militare Usa evitando però i coinvolgimenti all’estero alla Clinton; concentrarsi sui grandi rapporti di potere, soprattutto sulla rivalità con la Cina
La storia non si fa con i se. Garton Ash: «Ma sappiamo bene quale fosse la politica estera di Bush prima dell’11 settembre: potenziare la forza militare Usa evitando però i coinvolgimenti all’estero alla Clinton; concentrarsi sui grandi rapporti di potere, soprattutto sulla rivalità con la Cina. Si parlava ben poco allora di diffondere la democrazia. Promuovere la democrazia era linguaggio clintoniano, fatta eccezione per pochi neoconservatori che non avevano ancora accesso all’orecchio del presidente. E sappiamo com’era il Medio Oriente prima dell’11 settembre: fetenti dittature arabe, tollerate o persino sostenute dall’Occidente per via del petrolio, per pigrizia o per paura. Stallo politico e continuo spargimento di sangue tra Israele e i palestinesi. Questo non vuol dire che George W. Bush abbia avuto ragione fin dall’inizio. Non vuol dire che la guerra in Iraq fosse giusta». Geninazzi: « difficile prevedere fin dove si espanderà il contagio della rivoluzione dei cedri. Ma sembra proprio che la storia, dopo decenni di stagnante immobilismo, si sia messa a correre in Medioriente. Non c’è bisogno di sostenere le ragioni di chi ha voluto la guerra in Iraq per riconoscere che la caduta di Saddam ha provocato un terremoto geo-politico i cui effetti si potranno calcolare solo tra qualche anno».