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 2005  marzo 07 Lunedì calendario

LORENZETTI

LORENZETTI Carlo Roma 4 novembre 1934. Scultore • «[...] quel ”Premio d’incoraggiamento per i giovani artisti” che gli fu assegnato dalla Galleria nazionale d’arte moderna e che appena venticinquenne lo portò sulla ribalta artistica nazionale. Era il 1959 e l’universo di Carlo Lorenzetti cominciava a riempirsi di sculture astratte e geometrizzanti, in ferro e in acciaio, cariche di reminiscenze brancusiane e costruttiviste. Lavorava in una Roma scossa dalle polemiche tra realismo sociale e figurativo e l´astrattismo. Era quasi una ”guerra” [...] arrivava nel mondo dell’arte con un’impostazione classica, scolasticamente parlando, ma che fin dagli esordi usò ”un linguaggio, una forma non figurativa”. [...] il contrasto di tendenze a Roma aveva ”sviluppato un’atmosfera vivace, di grande interesse”. [...] fin dagli esordi [...] ha sempre privilegiato come materiale per le sue sculture il metallo: ferro, acciaio, alluminio, ottone... ” vero, ho privilegiato come materiale i metalli. La partenza è stata il ferro ma ho sempre usato anche altri metalli e ho sperimentato la carta, la stoffa, il legno. Forse ho privilegiato il metallo per reminiscenze infantili. A Roma sono cresciuto nella zona di via dei Coronari. Era la strada dei metallari, dei vecchi artigiani romani. Quando ero bambino mi fermavo davanti alle vetrate dei cesellatori, dei fabbri, delle botteghe dove si lavorava l’ottone. Ero incantato da quel mondo, dalla capacità di costruire, di fare qualcosa con la materia. Forse questa è la radice, è questo il perché del mio amore per i metalli”. Il suo maestro però è stato Alberto Gerardi di cui si è quasi persa memoria. ”Il mio maestro è stato il grande Alberto Gerardi che era il direttore dell’istituto d’arte presso il quale ho studiato e dove ho insegnato. stato un maestro di vita. Mi ha dato molto sul piano dei valori e della tecnica. vero che di Gerardi si è persa memoria ed è una cosa vergognosa. Ma non solo lui. Molti sono gli artisti dimenticati. colpa del sistema dell’arte, dei musei e delle gallerie che si condizionano e si influenzano a vicenda. [...] interessa solo tutto ciò che fa notizia, che fa cronaca. La storia è dimenticata. Lo vediamo anche nella ricerca artistica [...] Ho avuto come maestro Gerardi. Del passato è quasi inutile fare il nome di Brancusi. uno dei grandi amori che partono dall’adolescenza. Personalmente ho avuto un buon sodalizio dialettico con Lorenzo Guerrini, che egualmente veniva dalla scuola di Gerardi. Questo è l’albero generazionale. Con Guerrini ci siamo scambiati idee, abbiamo discusso ma sempre con molta discrezione. Non ho mai avuto una partecipazione attiva, profonda, con personaggi o movimenti. Non sono una figura pubblica.[...]”» (Paolo Vagheggi, ”la Repubblica” 7/3/2005).