6 marzo 2005
Tags : Ennio. Melis
Melis Ennio
• Nato a Firenze nel 1926, morto a Roma il 21 febbraio 2005. «[...] uno dei grandi protagonisti, alla guida della Rca, di quella pionieristica, avventurosa stagione del dopoguerra che portò alla creazione dell’industria musicale italiana. Si vantava di essere uno scopritore di talenti, e sotto la sua direzione sono passati tutti i grandi protagonisti che si identificarono col marchio della Rca italiana, da Rita Pavone e Gianni Morandi fino a Baglioni, Gabriella Ferri, Lucio Battisti, Renato Zero, Venditti e De Gregori. La sua storia è romanzesca. Approdò alla guida della filiale italiana del prestigioso marchio americano per volere espresso del Vaticano. Fu Papa Pacelli che chiese agli americani di impiantare una fabbrica a Roma, come risarcimento per i bombardamenti subiti dalla città, e gli americani obbedirono, avversando la tendenza che stava concentrando su Milano il grosso degli affari della musica. Fu Melis a prendersene cura, lavorando nei leggendari stabilimenti di via Tiburtina[...] Fu lì, a partire dagli anni Sessanta, che si creò un fermento irripetibile. Cantanti, intellettuali, registi, si incontravano nel bar della Rca, e Melis governava saggiamente questo straordinario incontro di talenti. Fu lui a scritturare artisti italiani contro il volere degli americani che avrebbero preferito una semplice distribuzione dei loro prodotti, fu lui a decidere anzitempo di scommettere sul formato del 45 giri, e fu lui infine, insieme a Vincenzo Micocci, a inventare la definizione di ”cantautore” e a credere fortemente nelle innovazioni portate da personaggi come Venditti e De Gregori. [...] Il suo era un artigianato geniale, frutto di grandi intuizioni, di una passione autentica e di una forte personalità che tutti, amici e nemici, gli hanno sempre riconosciuto» (Gino Castaldo, ”la Repubblica” 22/2/2005). «[...] l’uomo che inventò i cantautori e un bel pezzo di musica italiana. Fra le sue mani, negli anni Sessanta e Settanta, sono transitati tutti i protagonisti della canzone italiana, da Gino Paoli a Luigi Tenco, a Nico Fidenco, Gianni Morandi, a Patty Pravo, Claudio Baglioni, Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Renato Zero. Due generazioni di autori e cantanti che, dagli studi della Rca italiana sulla via Tiburtina, trovarono la via per il successo. una strana storia quella di Ennio Melis, fiorentino arrivato a Roma nell’immediato dopoguerra, assunto come impiegato al Vaticano e, proprio da Pio XII messo alla guida della Rca (la decisione di costruire la sede romana fu una sorta di ”offerta” degli americani alla Santa Sede quale riparazione per i disastri della guerra). Il Vaticano conservò sempre una quota nella proprietà dell’azienda, ma Melis in qualità di direttore la guidò con estrema indipendenza. Fu sua la decisione di mandare in soffitta i pesanti 78 giri e puntare sui 45 giri (la Rca utilizzò delle presse dismesse che arrivavano dall’America). Fu una scelta industriale che portò all’apertura del mercato musicale e al boom degli anni Sessanta con una nuova generazione di cantanti. Se da una parte arrivarono da noi le prime pop star statunitensi da Harry Belafonte a Neil Sedaka, accanto a loro trovò spazio una nuova generazione di interpreti italiani: i primi furono Gianni Meccia, Jimmy Fontana, Edoardo Vianello e Nico Fidenco e fu per loro che venne coniato il termine di cantautori (la parola, per la precisione, fu inventata per Meccia), poi seguirono i giovani urlatori da Gianni Morandi a Rita Pavone. La Rca divenne una sorta di monopolista del mercato discografico nazionale che continuò ad espandersi prima con la generazione beat da Patty Pravo ai gruppi rock, e poi con la seconda generazione di cantautori. La stella dell’azienda continuò a brillare fino agli anni 80 [...] e proprio in quegli anni (nell’83) Melis la abbandonò. [...]» (Marco Molendini, ”Il Messaggero” 22/2/2005). «[...] Raccontò: ”Un giorno il direttore artistico mi dice: ’Questi cantano però sono anche autori’ e io: ’Chiamiamoli cantautori’”. Tra i talenti scoperti da Melis, anche Patty Pravo, Gabriella Ferri, Lucio Battisti, Ennio Morricone, Riccardo Cocciante. E Francesco De Gregori: ”Mi ricordo - disse Melis in un’intervista - quando feci ascoltare per la prima volta la sua Rimmel, mi dicevano ’nessuno ci capirà niente’. Io risposi: ’Provate ad ascoltarlo come un racconto e vedrete che capirete’”. Lasciò la Rca nell’83, un momento difficile per l’azienda: ”Era necessario ridurre il personale - spiegò - , non me la sono sentita e me ne sono andato [...]’» (’Corriere della Sera” 22/2/2005) .