Varie, 25 gennaio 2005
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KOSTNER Carolina Bolzano 8 febbraio 1987. Pattinatrice su ghiaccio. Campionessa europea 2007, 2008 e 2010, medaglia d’argento ai Mondiali 2008, di bronzo a quelli del 2005 • «Più leggera dell’aria, più lieve di un sospiro, una Carla Fracci con i pattini da ghiaccio ai piedi
KOSTNER Carolina Bolzano 8 febbraio 1987. Pattinatrice su ghiaccio. Campionessa europea 2007, 2008 e 2010, medaglia d’argento ai Mondiali 2008, di bronzo a quelli del 2005 • «Più leggera dell’aria, più lieve di un sospiro, una Carla Fracci con i pattini da ghiaccio ai piedi. [...] star predestinata del pattinaggio artistico internazionale. [...] Quando aveva 16 anni, al debutto nella categoria dei ”grandi”, colse un quarto posto agli Europei di Malmoe e un decimo ai Mondiali di Washington. Quella stagione, il 2003, fu eccellente e baciata dalla dea bendata: titolo assoluto tricolore e bronzo iridato juniores, prima medaglia azzurra nella storia della rassegna giovanile. Avrebbe potuto svanire come una goccia di rugiada al sole, Carolina, invece non era solo un’illusione. [...] ”Quando si cresce diventa tutto più difficile perché incominci a riflettere, perdi la spontaneità gestuale che hai quando sei bambina. La coscienza di te svela sensazioni e reazioni che non conoscevi, paure e ansie che prima non ti affollavano il cervello. Crescere significa imparare ad accettare i litigi con te stessa, ricordare gli errori e sapere che nessun personaggio famoso, in nessun campo, ha sempre ottenuto il successo pieno. Vincere sempre è utopia”. Carolina ha il fascino di una libellula e il carattere solido dei montanari. In famiglia, poi, sono tutti atleti: mamma Patrizia fra le migliori pattinatrici azzurre degli Anni ”70; papà Erwin terzo hockeysta azzurro per numero di presenze (212); i fratelli Martin [...] e Simon [...] appassionati di sci e hockey. Infine Isolde, la famosa cugina sciatrice. Nessuna via di scampo, dunque. ”Ammiravo tanto Isi, da piccina, e avevo anche cominciato a sciare, ma non emergevo. Nel pattinaggio invece ho trovato una gioia che nessuna altra cosa mi regalava. Ho deciso di insistere, con l’appoggio dei miei genitori. Purtroppo [...] a Ortisei, casa mia, si staccò un pezzo di montagna e precipitò sul tetto dell’impianto in cui mi allenavo. Non è più stato riparato, e allora sono emigrata”. Lame affilate in valigia e via, destinazione Oberstdorf, Germania. Vita dura in collegio, al mattino le lezioni al liceo linguistico, al pomeriggio allenamenti con coach di altissimo livello e severissimi, la sera compiti e libri. ”Di solito alle 22 crollo nel letto, stanca ma felice. In collegio è dura la quotidianità, non c’è la mamma che prepara il pranzo, ciascuno mangia quello che offre la mensa e non sono mai piatti dal gusto italiano. Se vuoi il relax, ti stendi sul letto perché non c’è un soggiorno con divano, l’odore della cera, la televisione da guardare con gli amici. E se manca qualcosa ci si arrangia. Ci si lava la roba, si stira, si rammenda... [...] La malinconia passa quando danzo. Non riesco a immaginare la mia vita senza il pattinaggio. I sacrifici sono le conseguenze di quello che voglio fare e che i miei genitori, con altrettanti grandi sacrifici, mi permettono di fare. Non smetterò mai di ringraziarli [...] La danza sul ghiaccio mi permette di esprimere la mia anima, quali altri sport lo consentono? Vorrei trasmettere al pubblico la gioia interiore che provo nel danzare, una gioia senza confini che nessun verdetto di un giudice potrà mitigare”» (’La Stampa” 25/1/2005). «Diresti: troppo alta e secca per schettinare, quella ragazzina coi capelli biondi raccolti dietro un viso d’angelo è perfetta per la pallavolo. O per una sfilata di moda. Ma Carolina Kostner, cugina di secondo grado di Isolde la discesista, infila i pattini e attacca a danzare sul ghiaccio con la leggerezza di un colibrì. Le altre scavano solchi per darsi la spinta, lei sembra levitare per magia. Una trottola da vertigine e salti sempre più difficili: un toeloop, un flip, un doppio lutz, un axel, e poi via tre tripli consecutivi che in gara scatenerebbero l’ovazione. ”Una cosa così non la fa nessuna al mondo”, garantisce il team manager Sergio Woerndle. [...] ”Mi piace come sono fatta, così alta e slanciata. Difetto: odio eseguire gli axel, i salti più difficili. Ma li devo fare” [...]» (Federico Pistone, ”Corriere della Sera” 27/1/2005).