Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  novembre 01 Lunedì calendario

Oren Daniel

• Tel Aviv (Israele) 1955. Direttore d’orchestra. «Quando, alla fine degli anni ‘70, cominciò la sua carriera internazionale dopo aver vinto, ventenne, il prestigioso Concorso Karajan, fece subito sensazione. Il critico Teodoro Celli lo paragonò a un grandissimo del passato, Otto Klemperer, anche per l’alta statura e le lunghe braccia che rendevano ancor più spettacolare la sua mimica danzante. Ma per quest’ultima era soprattutto a Leonard Bernstein che Oren si ispirava: Bernstein, che aveva intuito il talento del giovane, tanto da sceglierlo, tredicenne, come voce bianca solista nei suoi Chichester psalms eseguiti per l’inaugurazione della televisione di Israele. Oren, si era comunque avviato a diventare un musicista completo già da qualche anno perché ancora in tenera età la famiglia gli aveva fatto studiare pianoforte, violoncello e canto. E così si fece notare molto presto: poco dopo il debutto gli fu affidata la direzione stabile dell’Opera di Roma, e in seguito quella del San Carlo di Napoli e del Carlo Felice di Genova. Poi, i grandi teatri stranieri, dal Covent Garden di Londra al Met, dalla Staatsoper di Vienna all’Opéra Bastille di Parigi. Attualmente è direttore musicale del Verdi di Trieste. Soprattutto in Italia è uno dei direttori più amati dal pubblico. Negli ultimi anni ha colto grandi successi all’Arena di Verona dirigendo Trovatore, Aida [...] Butterfly, sempre con la regia di Franco Zeffirelli [...] Israelita osservante, Oren dirige sempre con lo zucchetto in capo, simbolo di un’appartenenza alla quale il maestro tiene senza infingimenti» (Al. G., “Il Messaggero” 31/10/2004).