Varie, 1 novembre 2004
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Lindbergh Peter
• (Peter Brodbeck) Lissa (Polonia) 23 novembre 1944. Fotografo. Di moda. «La plasticità di un corpo, l’intensità di un volto, l’espressività di uno sguardo. Movimenti che rivelano uno stato d’animo, gesti che sottolineano un emozione. Ritratti fotografici che esaltano la bellezza e insieme svelano un lato della personalità, un aspetto del carattere. Che si nasconda qui, in questa diabolica capacità di catturare l’anima di un soggetto, l’arte di Peter Lindbergh? Perché nel suo caso non è solo di bravura che si può parlare. Bisogna andare oltre, superare tutto ciò che è scontato, la tecnica, le luci, le ambientazioni, e avventurarsi in un campo che, sfuggendo a più precise definizioni, si è convenuto di chiamare, appunto, arte [...] C’è un segreto? La risposta è nelle parole di Nadja Auermann: “Peter non è mai arrabbiato, non è mai nervoso, non si rivolge mai alle persone in malo modo, nemmeno nelle situazioni più difficili. È sempre sereno ed equilibrato. E riesce sempre a farti sentire la donna più bella del mondo”. Nasce così una corrente umana che culmina in un momento magico, quello dello scatto. Pur essendo, per formazione, un fotografo di moda, richiestissimo dalle più importanti riviste d’immagine, Lindbergh è il primo ad ammettere che nei suoi ritratti le donne sono molto più importanti dei vestiti. Il risultato è comunque di una tale forza che le campagne pubblicitarie dei più importanti stilisti sono spesso firmate da lui. Proprio perché nelle sue immagini c’è anima. Quella delle modelle, ma anche la sua: “La creatività è il desiderio di esprimere se stessi. Per farlo andiamo a pescare in quella specie di serbatoio che è la nostra esperienza, dove ci sono anche i nostri sogni e i nostri desideri. La creazione è la nascita di qualcosa, e qualcosa non può venire dal nulla. Viene, appunto, da quel serbatoio di idee, sensazioni ed emozioni che di volta in volta si mescolano e si ricombinano per rinascere sotto forme diverse”. La sua capacità di esprimere se stesso attraverso la fotografia Lindbergh l’ha scoperta per caso. Prima aveva svolto i lavori più diversi, dal vetrinista all’operaio. Aveva anche cercato la via della creatività nella pittura, frequentando una scuola d’arte ed esponendo alcune sue opere in una galleria di Düsseldorf. La prima volta che prese in mano una macchina fotografica aveva 27 anni. Due anni di apprendistato gli fecero capire di avere trovato la strada giusta. Nel 1973 si mise in proprio come fotografo pubblicitario. Cinque anni dopo, la svolta: il settimanale tedesco “Stern” pubblicò il suo primo servizio di moda, e il successo fu immediato [...]» (Donatella Bogo, “Sette” n. 9/1998).