Varie, 26 ottobre 2004
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CORVINO Pantaleo Vernole (Lecce) 12 dicembre 1949. Direttore sportivo. Lanciato dal Lecce, dal 2005/2006 alla Fiorentina
CORVINO Pantaleo Vernole (Lecce) 12 dicembre 1949. Direttore sportivo. Lanciato dal Lecce, dal 2005/2006 alla Fiorentina. «Non ama essere considerato un talent-scout, lui che organizza l’intero staff tecnico e trasmette input decisivi nell’allestimento delle varie formazioni del settore giovanile. Pantaleo si affida solo a due osservatori, uno di stanza nel Salento e l’altro nel Nord Italia. Poi conta molto sulle segnalazioni di tanti amici che, da ogni parte del mondo, lo invitano a ”dare un’occhiata”.Nel ”99 volò a Malta per tentare di far rispettare al rumeno Niculae, impegnato sull’isola con la nazionale, un sì sancito già da contratto e scoprì il bambino bulgaro Valeri Bojinov che incantava l’Atletico Madrid. Poco dopo, si spostò in Montenegro e nel Sutjeska ammirò Mirko Vucinic, esile come un fuscello ma già uno spettacolo di attaccante. ”In quella partita, Mirko fu una delusione, sbagliò praticamente tutto: e pensare che, in quel viaggio, avevo portato anche Cavasin. Sarebbe stato più logico bocciare Vucinic, invece, nonostante le perplessità dell’allenatore, ebbi il coraggio di far investire al Lecce circa 800 milioni di lire”.Poi venne il turno di Axel Cedric Konan, scelto in una leva di giocatori africani sbarcati in prova in Italia, e Cristian Ledesma, scappato dalla sofferenza in Argentina e, per un anno e mezzo, scartato da Udinese, Chievo e Como, prima di trovare accoglienza nel Lecce. [...] ”Non riuscirò a godermi sino in fondo questi campioni, perché, per il loro bene, talvolta devo trasformarmi in cerbero, distribuendo critiche e punizioni. Un esempio, su tutti. Espulso in una partita della Primavera, Vucinic offese l’arbitro, subendo una squalifica di tre mesi, ridotta a 9 giornate: da allora, gli consegnai le chiavi della sede, con il compito di aprire ogni mattina alle 8,30 gli uffici del settore giovanile, poi alle 13,30 era autorizzato ad andare ad allenarsi con gli Allievi. La sofferenza per Vucinic durò 20 giorni: una punizione che, chissà, il ragazzo ricorderà tra qualche anno, per gli effetti positivi sulla sua crescita. Nel mio ruolo, devo usare bastone e carota con i giovani, ai quali invece altri s’avvicinano con coccole e promesse [...] Avrei voluto fare il calciatore: giocavo nei Diavoli neri, una squadra di Lecce, da centrocampista centrale, più portato all’interdizione che alla costruzione del gioco. Ma capii in fretta che in campo non avrei avuto successo: e a 17 anni, con papà malato, entrai in Aeronautica. Nel calcio, però, tenevo sempre un piede, facendo il d.s. della Gioventù Vernole, squadra del mio paese, che portai dalla Terza alla Prima categoria. E poi ancora a Scorrano, sino alla chiamata di Filograna nel Casarano: a quel punto, nell’89, decisi di cambiare vita. Avevo 39 anni e, con moglie e tre figli a carico, lasciai l’Aeronautica, cominciando a campare con una pensione di appena 700.000 lire. Mia moglie Cesarina, d’altra parte, era rassegnata, conosceva bene il mio amore per il calcio. Era incinta quando partimmo in viaggio di nozze, in Belgio, nel ”75: e, il primo giorno, lo dedicai alla sfida Charleroi-Bruges, con Cesarina in tribuna costretta ad accontentarsi di un panino con i wurstel. Ho rischiato, ma ora posso gioire: nel mondo del pallone opero con passione e con una speranza, quella di veder giocare nel Lecce, in serie A, solo i prodotti del nostro vivaio” [...] La Svizzera è stata la sua prima miniera d’oro, con le pepite Sesa, Juarez e Lima. Ma Corvino ha avuto fiuto anche in Turchia (Vugrinec) e soprattutto Uruguay (Chevanton e Giacomazzi), senza dimenticare i tanti giovani presi in prestito e valorizzati (Blasi, Ferrari, Cipriani, Donadel e Bovo) e i colpi già centrati con il rumeno Niculae e il bulgaro Berbatov, che, appena diciannovenni, si legarono al Lecce, facendo poi saltare l’accordo con richieste successive (auto e appartamento) [...]» (Giuseppe Calvi, ”La Gazzetta dello Sport” 26/10/2004).