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 2004  settembre 01 Mercoledì calendario

Fontaine Just

• Nato a Marrakech (Marocco) il 18 agosto 1933. Calciatore. Con la nazionale francese è stato capocannoniere ai mondiali 1958 (terzo nella classifica del Pallone d’oro di quell’anno). «Quando la sorte lo colpì, in un pomeriggio di un giorno da cani a Sochaux, sembò che fosse scesa in campo l’’invidia degli dei”, come la chiamavano gli antichi greci. Allora Just Fontaine, centravanti dello Stade Reims e della nazionale, aveva il mondo in mano. Il più grande attaccante del Paese e forse del mondo, dopo la strepitosa performance del mondiale 1958. E poi: bello, idolo del pubblico femminile non meno che di quello degli stadi, e pure divo della canzone, grazie alla voce calda e confidenziale. Quel pomeriggio, in una partitaccia livida di botte e rancori, su di lui entrò il difensore Sikou, abbattendo sul suo ricamo in dribbling la rabbia schiumante del perdente deriso. L’urlo del ”Justo’ squarciò il cielo del destino: frattura di tibia e perone. Avrebbe tenuto la gamba imprigionata nel gesso per sei mesi, poi sarebbe tornato, esitante, goffo, pesante nel pensiero prima ancora che nel fisico. La fortuna, già così generosa, gli volgeva le spalle. Just Fontaine era nato in Marocco, ma era francese a tutti gli effetti: il padre, ispettore generale della ”Tabacalera”, era emigrato da Tolosa. Il 18 agosto del 1933 [...] nacque Just, che presto divenne artista del pallone. Il tempo di finire il liceo, ed eccolo all’Union Sportive Marocaine, con cui vinse la Coppa del Nord. In Francia si parla del giovane talento, se lo aggiudica l’Olympique Nizza, con cui debutta nel 1953 e poco dopo fa il suo esordio anche in nazionale, il 17 dicembre di quello stesso anno: 8-0 al Lussemburgo, tre gol personali come biglietto da visita. agile, ma, anche fisicamente robusto, il palleggio raffinato e il tiro che sfonda: un cocktail micidiale. Vince la Coppa di Francia nel 1954 e il titolo nazionale nel 1956. Il presidente dello Stade Reims ha ceduto [...] Kopa al Real Madrid, fa frusciare dieci milioni di franchi e si aggiudica il centravanti. La squadra è ricca di stelle, Fontaine porta con sé il pepe del gol e lo sparge a piene mani. Il 1958 è un anno d’oro: doppietta campionato-coppa, titolo di capocannoniere con 34 reti e poi, qualche settimana dopo, la gran festa del Mondiale in Svezia. Con 13 reti stabilisce un record tuttora imbattuto, trascinando la Francia a uno storico terzo posto. Fontaine è un idolo incontrastato: stella del pallone, divo della musica, tutte le porte sono aperte per lui. Il grande Didì, regista del Brasile campione del mondo, lo esalta: ”Mi ha ricordato Ademir: è l’uomo che nove volte su dieci prende la palla e la scaraventa in rete. Complessivamente, però, è calciatore assai migliore di Ademir: in Brasile Fontaine avrebbe fortuna. Se venisse a Rio, in capo a due mesi sarebbe una gloria del Paese”. Nel 1959 con 10 reti è capocannoniere della Coppa dei Campioni, persa in finale col Real Madrid. Nel 1960, nuovo scudetto con titolo di capocannoniere (28 reti), ma il 20 marzo 1960 Sikou lo ha già colpito. Fa la sua ricomparsa in nazionale nel 1962, per le qualificazioni del mondiale in Cile, ma non è cosa. Il suo bilancio nella rappresentativa dei ”coqs” è comunque impressionante: 31 gol in 20 partite. Dopo l’abbandono, fu per qualche tempo allenatore, del Psg e della Nazionale, e anche presidente dell’Unione nazionale calciatori» (Carlo F. Chiesa, ”Calcio 2000” maggio 1999).