varie, 28 agosto 2004
Tags : Pierluigi Formiconi
FORMICONI Pierluigi. Nato a Roma il 18 luglio 1948. Allenatore del Setterosa alle Olimpiadi di Atene (2004)
FORMICONI Pierluigi. Nato a Roma il 18 luglio 1948. Allenatore del Setterosa alle Olimpiadi di Atene (2004). Poi sulla panchina del Settebello. « un curioso delle donne. Altrimenti non avrebbe potuto fare il comandante in campo di un gineceo [...] ha passato una vita con le donne, ad ascoltare quello che non dicono e a cercare di convincerle a fare quello che voleva lui. C’è riuscito così bene che hanno vinto tutto, fino all’oro olimpico di Atene. Ora, l’uomo che parlava alle donne del Setterosa dovrà rifondare il Settebello, imparando la lingua degli uomini. Non che le donne le abbia abbandonate. Ci sono e ci saranno sempre, a cominciare da sua madre Wanda che l’ha messo al mondo, con la partecipazione dell’ingegner Franco Formiconi, ”un colonnello, ma con il cuore tanto grande da ospitare i miei sogni. Diceva: ingegneri ce ne sono tanti, giocatori della nazionale di pallanuoto pochi”. [...] Altre donne: sua nonna Pierina, che gli fece incontrare lo sport. ”A quei tempi era una delle poche donne che andava allo stadio. Mi portava al Flaminio: ho visto anche Sentimenti IV”. Lazio, sempre. Adesso Pierluigi, allo stadio, ci porta i figli (”tutti laziali, altrimenti non mangiavano”). Romano-bene, come si diceva un tempo, del centro, Formiconi ha fatto il ’68 in piscina. ”La mia rivoluzione è stata lo sport”. Però ha condiviso furori e paure degli altri. ”Io non sono mai stato politicizzato, però avevo molti amici che, quegli anni, li hanno vissuti pericolosamente, da una parte e dall’altra. Li ho visti girare con le pistole. Li ho sentiti, certe sere, quando li accompagnavo con la mia macchina, che mi dicevano: ’Lasciami un po’ più in là, non proprio sotto casa’”. Ha studiato al liceo scientifico, perché suo padre, direttore generale delle ferrovie, sperava che seguisse la sua strada. Un giorno però, mentre Pierluigi si cimentava con un compito di matematica nello studio del padre, questo arrivò alle sue spalle, guardò il quaderno e disse: ”Ma di chi sei figlio tu?”. [...] Una certa fama da latin lover lo avvolge. ”Ma quale latin lover. Posso solo dire che con le donne sono stato fortunato. Non ho mai dovuto faticare molto: la mia prima moglie è bellissima, Cristina è bellissima”. Cristina Consoli, ex miss Setterosa, nel 2003 gli ha dato Matteo, il quarto figlio. ”E poi non siamo noi che scegliamo loro, sono loro che scelgono noi. Io ai playboy non ci credo. Ho un grande rispetto per le donne, da mia nonna, a mia madre, a Silvia, a Cristina. Le donne, poi, mi hanno dato tutto, il successo, la popolarità”. Ha vinto tutto con il Setterosa. stato l’uomo che stava con le donne. La sua tattica? Urlava, sussurrava, parlava? ”Urlavo, sussurravo, parlavo. Le donne bisogna capirle, sapere quando mollare, avere consuetudine, starci insieme. Bisogna conoscerne gli umori e non è semplice. Uno ci deve nascere, odorare l’aria, capire oggi com’è [...] Se credono in te si buttano dal quinto piano, se credono in te ti danno anche di più di quello che chiedi. Sono più determinate, hanno il mondo in mano”. L’uomo che stava con le donne adesso sta in campagna. [...] Ha vizi semplici, come le sigarette che non riesce a buttare, sebbene, come tutti, una volta abbia smesso. Per un anno ha posseduto una Porsche. ”Una spesa folle, fatta perché mi piace stare al centro dell’attenzione”. [...]» (Roberto Perrone, ”Corriere della Sera” 8/11/2004). «Ha cominciato a nuotare ”nella piscina dove faceva il bagno il Duce”. Ma si crede tutto, tranne che un condottiero. Lui è solo l’uomo che urla alle ragazze. Pierluigi Formiconi sussurra solo alla fine, quando non ha più voce. Dice di essere cresciuto. Forse è vero, ma ci piace pensare che sia ancora un po’ il ragazzo che andava allo stadio Flaminio con nonna Pierina a vedere - di nascosto a suo padre Franco, ingegnere - le partite della Lazio, il sedicenne che quasi scappò di casa per sostenere un provino della Fiorentina. ”E mio padre mi venne a recuperare con una delle sue massime: ’Il calcio no, i calciatori hanno la fronte bassa’”. Benedetto il signor Franco, che venne a patti, consentendo a suo figlio almeno la frequentazione delle piscine. Ci piace pensare che Pierluigi Formiconi mantenga un po’ di quella sconsideratezza giovanile che ora racconta come un reduce, ma senza indicare le medaglie sul petto. Lo attrae più l’aneddotica dell’autocelebrazione. Eppure l’uomo che urla alle ragazze di medaglie ne ha, anche se agli allenatori non la danno. [...] Quando aveva vent’anni perse un’Olimpiade (quella di Monaco ’72) perché l’avevano squalificato per sei giornate. Intemperante, ma anche scomodo, Pierluigi Formiconi venne convocato a colloquio dal c.t. del Settebello di allora, il cavalier Maioni: ”Stai a casa, questione di moralità” gli disse l’allenatore. [...] Dopo il liceo scientifico a Roma, al De Merode (’mi ricordo i preti col colletto a sbuffo”), si iscrisse a Scienze Politiche, ramo geografia politica economica. ”Ma ho dato pochi esami, una decina in tutto, non mi interessava molto. Contemporaneamente facevo la scuola dello sport”. [...] ”Da giovane ero un deficiente, il mio motto era: chi dorme non vive”. [...] Mi è piaciuto Io uccido perché mi ha fregato: ero convinto di aver scoperto chi era l’assassino. Errore”. Quando in tv vede un film di Totò o di Alberto Sordi, non capisce più niente, neanche di pallanuoto. Si è abbonato alla pay-tv soprattutto per i classici. convinto che nel suo mestiere (la pallanuoto) l’allenatore abbia una certa importanza. ”Nel calcio, alla fine, c’è chi fa un dribbling e può andare in porta da solo, nella pallanuoto chi va in porta da solo, come in tutti gli sport ’di mano’, non c’è”» (Roberto Formiconi, ”Corriere della Sera” 28/8/2004).