varie, 24 agosto 2004
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DE BENEDETTI Rodolfo Torino 2 luglio 1961. Figlio di Carlo. Manager. Amministratore delegato Cir • «[
DE BENEDETTI Rodolfo Torino 2 luglio 1961. Figlio di Carlo. Manager. Amministratore delegato Cir • «[...] primogenito dell’Ingegnere. Dal padre Carlo, Rodolfo ha ereditato il fiuto per gli affari e una certa velocità paradigmatica che gli consente di capire quando è il momento di voltare pagina. Sposato con Emanuelle de Villepin [...] Infanzia a Torino, collegio a Villars-sur-Ollon in Svizzera, quindi l’università a Ginevra, prima laurea in economia, l’altra in giurisprudenza. Comincia a lavorare con Mathysen Gers, socio della Lombard Odier, banca ginevrina dove si fa le ossa per un anno. Nel 1987 prende casa a New York appena sposato con Emanuelle: nella Grande Mela . dove la moglie, esuberante e bellissima, diventa ambita nei salotti più chic - Rodolfo resta un anno alla scuola di Peter Cohen della Shearson Lehman, giusto il tempo per assistere al black monday della Borsa di Wall Street. Rientra in Italia nell’88, come direttore affari esteri di Cofide alla vigilia della scalata del gruppo De Benedetti alla Société générale de Belgique e della guerra con la Fininvest sulla Mondadori. Non c’è tempo per la gavetta, Rodolfo è chiamato dal padre in prima linea. Rodolfo cresce in fretta: nel 1990 è direttore generale della Cir, tre anni dopo amministratore delegato (e nel 1995 farà il bis con la Cofide). Una corsa a ostacoli che si conclude il 31 luglio 1997, quando l’Olivetti passa sotto il controllo di Roberto Colaninno. Esce ovviamente dal board Rodolfo, che si concentra sulla finanza, sull’editoria (gruppo Espresso-la Repubblica), su Internet (da Cirlab a Kataweb). O sulle licenze dell’Umts, sull’Energia, sugli Aeroporti, fino agli infiniti nuovi business, Schivo, riservato, taciturno, Rodolfo è un campione del look sobrio distante dalle tentazioni modaiole. [...]» (Monica Setta, ”Capital” agosto 2003). «Un imprenditore fuori dagli schemi. Che veste casual, pantaloni di velluto a coste e maglione, in una città ossessionata dalla moda, Milano. Che è capo di una holding, la Cir, che si distingue dalle altre holding italiane, anche ”perché non è costituita per mantenere il controllo di un’altra società”. Il ritratto che l’Herald Tribune ha dedicato a Rodolfo De Benedetti, amministratore delegato della Cir, è quello di un imprenditore votato al cambiamento. Capace, soprattutto, di coglierne i vantaggi. Una strategia, la sua, messa a punto negli anni e che si sta dimostrando vincente [...] La spiega lui stesso. ”In presenza di grossi cambiamenti, ci sono sempre opportunità da cogliere. E dove i cambiamenti sono particolarmente significativi - dice De Benedetti all’Herald Tribune - quali quelli determinati dalla liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica in Italia e nel resto d’Europa, vi sono opportunità che si presentano una volta ogni 50 anni e da cui bisogna assolutamente trarre profitto”. Trasformare in affari le occasioni rare. E così che il quotidiano descrive la strategia del numero uno della Cir. Nel 1999 fu l’energia ad attrarre la sua attenzione, nel 2002 fu la sanità, dopo la parziale privatizzazione del settore. Quest’anno la nascita di una società che acquisisce e gestisce prestiti bancari. La parola sinergie non rientra nel vocabolario dell’imprenditore torinese. ”Entriamo nei business dove ci sono opportunità, non perché ci sia un legame con quello che già facciamo”» (’la Repubblica” 27/11/2005).