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 2004  agosto 24 Martedì calendario

CREMONA Raul. Nato a Milano nel 1956. Comico. Lanciato dalla Gialappa’s band. Noto soprattutto come il Mago Oronzo di Mai dire gol

CREMONA Raul. Nato a Milano nel 1956. Comico. Lanciato dalla Gialappa’s band. Noto soprattutto come il Mago Oronzo di Mai dire gol. «[...] Il giovane Cremona passava i pomeriggi a imparare i miracoli con le carte e a frequentare persone che avevano 30 anni più di lui. L’unica altra cosa che lo attirava era il biliardo, che ha un’affinità con l’illusionismo: si basano entrambi sulla matematica, la precisione, la ripetizione... Poi, però, lo tentava anche la componente ludica del mestiere e ha deciso di mischiare la magia al cabaret. I risultati si vedono oggi, nei personaggi che ha inventato e nel contatto che cerca con il pubblico. La capacità di incantare le persone ce l’ha nel Dna, del resto il bisnonno faceva il clown, nonno e papà erano 2 imbonitori e da giovane lui li accompagnava sul lavoro. Anche se ama ripetere che suo padre ha fatto quello che fa lui molto prima e molto meglio [...]» (’Max” agosto 2002). «’Tra il mago e il comico ho sempre scelto di fare il comico: sono un mago tra le righe, un cabarettista che usa la magia per giocare” [...] quelli della Gialappa’s lo hanno scovato a un festival dell’Unità [...] ha fatto il mago nei villaggi turistici di mezzo mondo, nei night club della Costa Smeralda, dentro le buie caves dei cabaret di provincia, per il pubblico delle convention e per quello di Telelombardia, calcando prima il palcoscenico teatrale dello Zelig di Milano che quello televisivo delle Zelig di Italia 1 [...] è un incrocio di razze: ha la stoffa di un teatrale, le mani di un illusionista, la testa di un comico. Il talento ce lo ha nel sangue. ”Vengo da una famiglia di imbonitori. Mio padre e mio nonno erano venditori all’incanto, all’epoca si chiamavano scarpinanti, un mestiere antichissimo che ora non esiste più. Giravano l’Italia col furgone, tiravano giù il banco e cominciavano lo spettacolo: c’era tutto un linguaggio in codice. Il gaggio era il fesso, lo spillo lo spunto per vendere, la brema il gioco a carte. Per preparare la vendita, perché l’imbonitura era un’arte, facevano anche dei piccoli giochi di prestigio [...] Mio nonno gli oggetti se li inventava; come la specula, una bussola che si trasforma in un cannocchiale e poi in una lente, o il sapone a fette venduto come magico disappannante. Altre volte erano pacchi: come la polvere di mattone venduta per decotti e maschere miracolose. Ma l’oratoria che usava, l’imbonitura, quella era artistica”. Raul è ragazzino: i giochi di prestigio del nonno lo divertono, ma alla Tv dei ragazzi c’è un prestigiatore che lo incanta. ”Gli inquadravano solo le mani, in guanti bianchi. Faceva due magie: una la spiegava e l’altra no”. Per farsi spiegare anche l’altra comincia a frequentare il circolo amatoriale dei prestigiatori a Milano. ”Anche la mia comicità viene da lì: è il disincanto del milanese cinico, che vede e dice la realtà per quella che è. E la realtà è di per sé comica” [...]» (Carlotta Mismetti Capua, ”Il Venerdì” 2/7/1999).