Mariano Sabatini, "Puntocom" 28/6/2004., 28 giugno 2004
Per creare la protagonista di "Pura vita" (Einaudi tascabili), Andrea De Carlo si è ispirato a sua figlia, che oggi ha diciannove anni
Per creare la protagonista di "Pura vita" (Einaudi tascabili), Andrea De Carlo si è ispirato a sua figlia, che oggi ha diciannove anni. Di solito lavora «nelle ore in cui gli altri sono in ufficio»: due ore di mattina e due di pomeriggio. Scrive nella casa di Urbino, in una stanza con una «bellissima finestra ad arco che mi consente di allontanare lo sguardo dalla pagina». Si veste comodo e, se non fa freddo, ama stare a piedi nudi. Quando fa pausa, esce: «Cammino per mezz’ora, un’ora nella natura oppure taglio legna. Torno con energia rinnovata». In un giorno produce «tre pagine in media. A volte una, a volte cinque».Ogni tanto mangia cioccolato amaro. Non tiene musica di sottofondo ma certe volte, tra una pagina e l’altra, si mette a suonare la chitarra («tra poco uscira anche un mio disco»). Per scrivere adesso adopera il portatile («Mi piace per il rapporto che ha col pensiero»), ma apprezza anche altri strumenti: «La penna permette la riflessione, la macchina da scrivere obbliga a passaggi che non corrispondono al modo di pensare, il Pc è plastico, garantisce un’infinità di elaborazioni». Le idee migliori gli vengono sotto la doccia o in macchina, sull’autostrada «dove non ho vie d’uscita e le idee circolano». Per prendere appunti scrive sul retro di fogli usati: «Sono contento che la Einaudi ha aderito a una iniziativa in cui sono coinvolto con Greenpeace e ha pubblicato "Pura vita" su carta riclicata». La penna: «Una buona stilografica morbida, con un bell’inchiostro nero denso che ho bisogno di vedere assorbito dalla carta».