L’Indipendente 27/6/2004, 27 giugno 2004
Riuscii a capire dagli altri indiani che avevo preso a bordo che questa terra era un’isola. Ne seguii quindi la costa verso oriente per per settecento leghe (una lega equivale a quattro miglia), al termine delle quali l’isola finiva
Riuscii a capire dagli altri indiani che avevo preso a bordo che questa terra era un’isola. Ne seguii quindi la costa verso oriente per per settecento leghe (una lega equivale a quattro miglia), al termine delle quali l’isola finiva. A diciotto leghe da questo capo, verso oriente, vi era un’altra isola che chiami subito Hispañola. [...] un’isola fertilissima, forse ancora di più delle altre. Le sue coste offrono numerose baie con le quali quelle della Cristianità che io conosco non reggerebbero il confronto, e anche dei fiumi così belli e così grandi che è una meraviglia. Quest’isola ha delle alture, e vi si trovano numerose sierras con enormi montagne, molto più alte di quelle dell’isola di Tenerife, tutte bellissime e di mille fogge, tutte accessibili e coperte di alberi con mille profumi, così alti che paiono toccare il cielo. [...] Ovunque passassi, anche se era novembre si udiva il canto dell’usignolo e di mille altri uccelli. Ci sono palme di sei o otto diversi generi, la cui piacevole varietà è un godimento per gli occhi. Ci sono pure grandi pinete, campi stupendi e miele, ogni sorta di uccelli e frutti di tutte le specie (si tratta della regione di Civao, che Colombo identifica con Cipango). [...] A Hispañola si trovano molte spezie, grandi miniere d’oro e di altri metalli. Gli abitanti di quest’isola e di tutte le altre di cui sono venuto a conoscenza, girano completamente nudi, uomini e donne, come la loro madre li generò, anche se qualche donna si copre una parte del corpo con una foglia d’albero o una pezza di cotone che fanno a questo scopo. Non hanno altre armi che canne al momento della maturazione in cima alle quali fissano un bastoncino acuminato. [...] Quando si sentono rassicurati e hanno superato la paura, sono a tal punto privi di malizia e prodighi di quanto possiedono che pare incredibile se non lo si vede coi propri occhi. Qualsiasi oggetto si chieda loro, non lo rifiutano mai; anzi sono loro stessi a farsi avanti e a dimostrare tanto affetto che parrebbe siano pronti a dare anche il cuore. [...] Io ho proibito che gli venissero date cianfrusaglie di poco valore come frammenti di scodella, pezzi di vetro o aghi, anche se, riuscendo a ottenere queste cose, sembravano le persone più felici del mondo. successo anche che, in cambio di un ago, un marinaio, sia riuscito a ottenere il peso di due castiglioni e mezzo in oro, e che per altri oggetti di ancor minor valore abbiano ottenuto ancora di più. Arrivavano al punto di dare ciò che possedevano in cambio di frammenti rotti di doghe , come se fossero degli animali privi di discernimento! Questo mi sembrò male e lo proibii. Diedi loro mille cose buone e belle che avevo portato con me affinché si affezionassero a noi. Tanto più che diventeranno cristiani e sono già disposti ad amare le Vostre Altezze. (Colombo A Luis de Santangel, 15 febbraio 1493)