L’Indipendente 27/06/2004, 27 giugno 2004
sul luogo del delitto A Tobruch sono andato per tentare di mettere a fuoco su paesaggi reali, gli eventi succedutisi nei secondi di fuoco tra le 17 e 31 e le 17 e 32 del 28 giugno 1940
sul luogo del delitto A Tobruch sono andato per tentare di mettere a fuoco su paesaggi reali, gli eventi succedutisi nei secondi di fuoco tra le 17 e 31 e le 17 e 32 del 28 giugno 1940. Sequenza di attimi che da anni immagino senza riuscire a scomporla e a ricomporla in un quadro verosimile. Ho con me una mappa topografica militare italiana degli anni Quaranta, e foto in bianco e nero, per aiutarmi a localizzare e a sostare nel punto dove l’SM.79 di Balbo venne abbattuto. In una delle due foto è inquadrato lo scheletro del velivolo; l’altra ritrae lo stesso punto dopo la rimozione di quanto ne restava. Ritrovo lo spazio vuoto e deserto di quello che fu il Campo T2, previsto punto d’atterraggio del volo di Balbo per organizzare la scorta aerea chiesta dal maresciallo per il successivo balzo verso le prime linee. Di questa sosta il comando del T2 era stato informato da un preavviso telefonico con conferma orale, portata da un incaricato dello Stato Maggiore. Quando raggiungo i margini del Campo, sul costone roccioso alto sulla baia, so di avere sopra di me lo spazio di cielo dove Balbo e il secondo pilota Frailich, stavano per posare il trimotore al loro comando. In qualche punto del terreno attorno a me, era probabilmente piazzata l’arma che lo storico dell’aviazione Gregory Alegi, considera sia stata quella che, tra le tante, mirò l’SM.79. E lo colpì; si trattava d’una mitragliatrice Schwarzlose calibro 8 dalla portata di soli 600 metri, arma ridicola ma in quell’occasione purtroppo sufficiente a raggiungere il bersaglio, colpendolo sotto l’ala sinistra.