L’Indipendente 27/06/2004, 27 giugno 2004
L’indifferenza di Mussolini. Molti, non limitandosi a denunciare l’isterico tiro degli artiglieri, alimentavano dubbi, accennavano a complicità, a una cospirazione
L’indifferenza di Mussolini. Molti, non limitandosi a denunciare l’isterico tiro degli artiglieri, alimentavano dubbi, accennavano a complicità, a una cospirazione. L’incidente sembrò quindi essere una sorta di cartina tornasole capace di confermare i dubbi su un complotto mussoliniano, volto a eliminare Balbo. A questo proposito, parve particolarmente strano il comportamento di Mussolini quando atterrò in Libia e subito volò a Tobruch, riconquistata da italiani e tedeschi, considerata base di partenza per un definitivo attacco all’Egitto, inseguendo i resti dell’Ottava Armata. Evidentemente Mussolini non intendeva lasciare solo a Rommel la gloria d’entrare in Alessandria. Il suo aereo prese terra al T2, e quando lui ne discese, si trovò a poca distanza dal punto dove due anni prima, proprio in quei giorni, era caduto l’aereo di Balbo. Può sembrare incredibile, ma al tempo di un regime che per i riti funebri e celebrativi aveva una sfrenata passione, tanto da creare la mitologia dei ”martiri fascisti”, il Capo di questa ritualità ideologica, in occasione d’un anniversario celebrato in Italia con solenni riti religiosi e politici, non onorò di una sua visita il cippo eretto a ricordo di chi gli era stato accanto per anni. E aveva dato all’Italia, quindi a lui, il mondiale trionfo delle Crociere Atlantiche, e gli aveva offerto una Libia rimessa a nuovo e pacificata. Qualcuno si chiese se quella di Mussolini fosse stata decisione volta a sottolineare dissenso per l’unico suo gerarca capace di un’opposizione clamorosa. Dissenso non mormorato, ma fattosi palese al momento delle leggi razziali, dell’alleanza con Hitler, e all’ingresso in guerra. Altri attribuirono la mancata sosta al cippo all’euforia per il grande successo a portata di mano. Un rigurgito di tale vanagloria da cancellare anche memorie importanti. Difficile scegliere tra le due ipotesi. però facile capire perché gli assertori della tesi sull’esistenza di un complotto e di un abbattimento voluto interpretavano quel mancato atto di omaggio e pietà come indizio di colpevolezza, di viltà. Alla paura di trovarsi di fronte al punto dove un suo ordine, o fors’anche solo un desiderio, era stato esaudito con fredda determinazione.