Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  giugno 20 Domenica calendario

Il fortunoso ritorno Oularai, Pusciai e Coia videro i Polo, tra cui Marco appena tornato da una missione in India, e chiesero a Qubilai che li lasciasse andare con loro

Il fortunoso ritorno Oularai, Pusciai e Coia videro i Polo, tra cui Marco appena tornato da una missione in India, e chiesero a Qubilai che li lasciasse andare con loro. Il Gran Can, molto malvolentieri, disse di sì fornendo tre tavole d’oro e un certo numero di navi ciascuna con quattro alberi. Dopo tre mesi di navigazione, la spedizione giunse a Giava ma intanto Argon era morto. Così, i tre fratelli presero la via di Venezia, passando per Trebisonda, sul Mar Nero, Costantinopoli e Negroponte, scalo della Calcidica. Questa la sintesi del lungo soggiorno della famiglia Polo in Oriente, cui segue, nei successivi capitoli del libro, una narrazione più approfondita delle tappe più importanti o dei luoghi che i mercanti conobbero direttamente o per sentito dire. Bagdad e i saracini Di Baudac, che sarebbe Bagdad, ”una grande cittade, ov’è lo califfo di tutti li Saracini del mondo, così come a Roma il papa di tutti li cristiani”, Marco Polo racconta che è attraversata da un fiume molto grande per il quale si può raggiungere il ”mare d’India” (Oceano indiano) come fanno molti mercanti. Lungo il corso del fiume, che poi è il Tigri, c’è una città di nome Bascra (Bassora) intorno alla quale nascono ”i migliori dattari del mondo”. Il califfo di Bagdad (al-Musta’sim, ultimo degli abbasidi), secondo Marco Polo, custodiva in una torre il maggior tesoro in oro, argento e pietre preziose che mai fosse stato posseduto. Ma nonostante questo, non provvide a difendere la città dalle armate di Alau (Hülägü). Il fratello di Qubilai, dopo la conquista di Bagdad, avvenuta nel 1252, per punirlo lo fece rinchiudere nella torre, con tutte le sue ricchezze, ma senza alcun cibo. Dopo quattro giorni, al-Musta’sim fu trovato morto e mai più a Bagdad risiedette un califfo.