Betta Carbone, "Libero" 24/6/2004, pagina 10., 24 giugno 2004
Dario Vergassola ricorda con terrore il tempo in cui faceva l’operaio e la sua sveglia suonava alle sette: «Sentivo una sorta di botto al cuore quando scattava
Dario Vergassola ricorda con terrore il tempo in cui faceva l’operaio e la sua sveglia suonava alle sette: «Sentivo una sorta di botto al cuore quando scattava. Inoltre andavo sempre a dormire alle quattro. Ovvio che al mattino fossi rincoglionito». Adesso in teoria potrebbe dormire: «Ma se riesco a non sentire le urla dei figli che si preparano per uscire, il Folletto aspirapolvere che mia moglie mi passa sulla faccia regolarmente alle nove e un quarto è impossibile da ignorare. E va avanti così da venti anni». Una volta in piedi dice di lavarsi «il meno possibile»: «Poi mi trascino a forza nel bar: colazione a base di pasta al riso, caffè macchiato, acqua con le bolle. Questa è la prima fase, da ragazzino. Poi c’è la seconda, da anziano: la pastiglia per la pressione».